In un articolo di qualche tempo fa Eugenio Scalfari, parlando di sè, confessava di aver amato tanto. Raccontava dei suoi amori, dall'infanzia alla maturità fino alla senescenza. Perché il diritto all'amore non si perde col passare degli anni. Io ho fondato un sindacato, S.A.D.D.A. (Sindacato Anziani Difesa Diritto Amore). Aver amato tanto non significa solo aver amato tante persone o idee o altro; il senso può essere anche quello di un amore profondo, immenso, unico, eterno. 

Anche noi allenatori ci innamoriamo appassionatamente e perdutamente, talvolta follemente: di persone, del lavoro, degli schemi e dei moduli. L'1-4-3-3 piuttosto che l'1-4-4-2 o l'1-

Sarri arrivò a Empoli ed era innamorato dell'1-4-2-3-1; dovette cambiare: 1-4-3-1-2 e ottenne risultati. Fu amore a prima vista, intenso e travolgente. Questa estate arrivò a Napoli e siccome era "cotto" non potè fare a meno del rombo a centrocampo, anche se aveva grandi esterni offensivi (io direi ancora ali). Purtroppo in quel modulo per le ali non c'era posto. Ha cambiato Sarri: 1-4-3-3, più logico, più equilibrato. Non per il modulo in sè, ma per le caratteristiche dei suoi giocatori. 

C'è chi sostiene ancora che i sistemi di gioco non contino, che conti come si interpretano e che conti solo la mentalità. Non è vero: i moduli contano e quale scegliere fra questi ce lo dicono le caratteristiche dei giocatori. 

Renzo Ulivieri, presidente associazione allenatori, consigliere federale