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  • Un giorno a CM: il racconto di un lettore, giornalista per un giorno

    Un giorno a CM: il racconto di un lettore, giornalista per un giorno

    di Davide Petiva

    Da Torino a Milano il Freccia Bianca ci impiega un'ora e trentasei minuti. Io odio il treno, lo odio profondamente. Mi adagio su un sedile che sembra un monolito di Stonehenge e cerco una posizione che mi faccia passare indenne il viaggio. Niente da fare. Si sta stretti, malgrado il posto di fronte a me sia libero e quindi io possa distendere le gambe a mio piacimento, si sta dannatamente stretti. Maledico chi ha concepito le carrozze e provo a schiacciare un pisolino su questa lastra di marmo che Trenitalia chiama "sedili". 


    Questa, purtroppo, non sarā l'unica nota stonata di una giornata altrimenti piena di soddisfazioni professionali, un obolo da versare per raggiungere la sede milanese di Calciomercato.com, a due passi dalla stazione Milano Centrale. Il mio ingresso in sede è previsto per il pomeriggio alle 16, arrivo che sono le 8.46, esattamente l'orario che è scritto sul mio biglietto (incredibile ma vero: i treni oggi sono in perfetto orario, lo prendo come un segno del destino). Ho tutta la mattinata libera, il programma l'ho giā stilato: via Montenapoleone, Duomo, Castello Sforzesco, teatro alla Scala, planetario, piazzale Loreto. 

    Inizio con la "via della moda", da capo a capo, e vedo che i prezzi sono esattamente quelli che mi aspettavo. C'è crisi? Beh, non in via Montenapoleone, dove una borsetta di pelle di alligatore targata Prada vale sui 15 testoni (avete capito bene: 15 seguito da tre zeri), un paio di mocassini 1500 (anzi, 1499 ad essere precisi), un foulard 899 (no, dico: un pezzo di stoffa, magari rammendato in Vietnam). Rassegnato, mi dirigo verso piazza del Duomo con la ferma intenzione di entrare a visitarlo. Davanti a me una fila di circa un centinaio di turisti. Nemmeno tantissimi, il problema è il defluire. Militari dotati di metal detector fanno passare sì e no una persona ogni 5 minuti (non esagero). Mi faccio un rapido calcolo e benché in matematica non fossi un'aquila capisco al volo che sarei passato verso le sette di sera. Abbandono l'idea di entrare nel Duomo, scatto qualche foto e passo oltre. Ma prima di mettermi a girare come una trottola è d'obbligo una fermata da Luini, una vera e propria istituzione in fatto di panzerotti fritti ripieni. Ne prendo otto, cinque salati e tre dolci. Rifocillato, sento di avere le ali ai piedi. Completo il mio tour (con gran soddisfazione) e mi fiondo nella sede di Calciomercato.com. Sono in anticipo di quasi due ore. Me ne frego ed entro. 

    I giornalisti della redazione mi salutano cordialmente ma un po' imbarazzati: chi è costui? Nessuno li aveva avvertiti del mio arrivo, o meglio, io sono arrivato ben prima di quanto prestabilito e Gianluca Minchiotti, il caporedattore che avrebbe dovuto fare "gli onori di casa", non è ancora arrivato. Facciamo le presentazioni e mi invitano ad accomodarmi. L'ambiente sembra confortevole, il clima disteso: otto scrivanie, altrettanti pc, due televisori in hd, uno sintonizzato su Sky Sport e l'altro su Mediaset Premium. Affisse sui muri ben quindici magliette incorniciate (originali), tra le quali spiccano quelle di Batistuta, Falcao e Kanu. Rotto il ghiaccio (che va detto, era molto sottile) Cristian Giudici, di cui ho sempre letto le rubriche e che ora mi trovo di fronte, mi mostra come vengono postati i vari pezzi sul sito. E io ricambio la sua cortesia tempestando di domande la redazione, non solo il povero Cristian, più o meno su tutto ciò che mi passa per la testa, saggio la loro preparazione. I redattori mi rispondono colpo su colpo e si rivelano aggiornati sull'intero scibile calcistico. Glielo riconosco, sorridendo. 

    Verso le tre del pomeriggio arriva anche il caporedattore, che mi fa notare strizzando un occhio che ero atteso per le quattro. Ci prendiamo un caffè, che offre lui facendomi sentire ancora più in colpa, dopodichè mi mette alla prova come altri ospiti prima di me: scrivi un articolo. Ed eccomi qua, seduto insieme ai giornalisti di Calciomercato.com a battere in modo schizofrenico sulla tastiera. Mentre cerco di mettere assieme le parole di questo pezzo che state leggendo, i giornalisti si scambiano opinioni, gettando di quando in quando un'occhiata sul tablet, rispondono al telefono, si collegano con altre testate, chiedono conferma di ciò che mettono nero su bianco, costruiscono i pezzi che ogni giorno noi utenti commentiamo voracemente quasi a voler dimostrare che ne sappiamo più di loro. Ed è qui che ci sbagliamo: il lavoro di giornalista non si improvvisa, ma viene strutturato lungo un determinato periodo, fatto di relazioni, fonti (più o meno attendibili), competizione, passione e professionalità. Ripeto: P-R-O-F-E-S-S-I-O-N-A-L-I-T-A'. Ho voluto sottolineare questo sostantivo perché troppo spesso alcuni utenti (tra cui anche il sottoscritto, lo ammetto) cadono nell'errore di ritenere che gli articoli che escono su questo sito siano faziosi o "politicizzati". Non è così. Ogni testata ha una sua linea editoriale che puō essere più o meno condivisibile e Calciomercato.com non fa eccezione. Ma sulla professionalitā dei giornalisti che vi lavorano dentro non ho il minimo dubbio. Perché li ho conosciuti. Perché li ho visti lavorare. Perché ho condiviso con loro una frazione infinitesimale del loro tempo. Giornalista per un giorno (anzi, per tre ore scarse). Ma a me va bene così ed è più che sufficiente per riportare "giornalisticamente" quello che ho visto. Quello che state leggendo. Senza filtri, senza montature, senza omissioni.

    Il tempo trascorre velocemente e si fa sera. Il treno di ritorno non aspetta (specie oggi che sono in orario mi conviene non sgarrare). Saluto tutti cordialmente, ricambiato, e spero di avere altre occasioni per parlare con loro non soltanto tramite una tastiera. Alle 20.45 gioca la Juventus in casa col Sassuolo. Mi perderò quasi certamente il primo tempo ma non farei cambio con la magnifica giornata passata nella redazione di Calciomercato.com. Andandomene, ripenso a quanto mi ha detto Cristian Giudici. Vi riporto il virgolettato: "Ieri notte ho sognato che quest'anno la finale di Champions si rigiocherà tra le stesse finaliste dell'anno scorso". Ma non mi ha detto il risultato.
     

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