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  • Una squadra targata Napoli| La geografia del pallone non è quella politica

    Una squadra targata Napoli| La geografia del pallone non è quella politica

    E' una geografia in qualche modo antica, quella della nazionale italiana che prova a raccontare un pò l'Italia di oggi. E' una mappa di paesi sperduti e affascinanti, pur non mancando le grandi città, ma è soprattutto un percorso che esclude i nuovi cittadini con la pelle di un altro colore: tra le rappresentative dell'Europa occidentale, siamo tra i pochissimi a non avere neppure un atleta di colore (ma dal prossimo giro, vedrete che arriverà Balotelli). Una qualsiasi classe di scuola materna, in questo senso, è più didascalica degli azzurri. L'unico tocco "esotico" resta Camoranesi, nato a Tandil in Argentina. Con buona pace delle sempre più forti pulsioni leghiste, e senza voler fare della sociologia spicciola, nell'Italia che parte per il Sudafrica comandano i napoletani (5), tanti quanti lumbard e veneti messi insieme. E se mancano completamente le isole, il rapporto tra nord (tre regioni), centro (tre) e sud (due) sembra abbastanza equilibrato, nonostante i 23 convocati provengano da appena otto regioni. Rispetto all'ultima spedizione olimpica dove il sud era in netta minoranza, il calcio si dimostra più democratico, forse perchè rimane uno sport povero. L'ideale garzantina degli azzurri, disegnata dal viareggino Lippi (Viareggio, per chi la conosce, è un enclave assoluta) tocca luoghi che si chiamano Montecchio Maggiore (Vicenza, da dove arriva Maggio), Schiavonea di Corigliano Calabro (Gattuso), Ferentino (provincia di Frosinone, lì è nato Palombo), oppure Guardiagrele, provincia di Chieti, il paese dell'abruzzese De Sanctis. E' Napoli da farla da padrona con tre azzurri nati nel capoluogo campano (Cannavaro, Bocchetti e Di Natale) e due nel cirocondario (Criscito di Cercola e Quagliarella di Castellamare di Stabia).

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