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  • Ventura, basta con gli autoelogi: Italia, battere il Liechtenstein è il minimo

    Ventura, basta con gli autoelogi: Italia, battere il Liechtenstein è il minimo

    • Giancarlo Padovan
    Battere il Liechtenstein non è mai un’impresa memorabile. Ma esserci riusciti con un gol in più rispetto all’andata (da 4 a 5-0), dopo un primo tempo chiuso su un micragnoso 1-0 (rete di Insigne al 34’) genera un moderato conforto. Certo, la goleada avrebbe avvicinato la differenza reti della Spagna (più 4), vincitrice, anche se di misura (2-1), in Macedonia, ma non avrebbe cambiato le coordinate della qualificazione. Nella sostanza sarà decisivo lo scontro diretto del 2 settembre al Santiago Bernabeu. Per andare direttamente a Russia 2018, l’Italia ha un solo risultato (la vittoria), altrimenti sarà relegata ai play-off come accaduto con Cesare Maldini per i Mondiali del 1998 in Francia. 
      
    Niente di scandaloso, l’eventualità era nota al momento del sorteggio, solo che mi piacerebbe un po’ di umiltà da parte di Gian Piero Ventura che da una settimana si loda e si imbroda assegnandosi voti altissimi per questa sua prima stagione da c.t. E’ vero che Ventura ha lanciato dodici esordienti. E’ vero che la squadra ha alternative credibili (penso alla difesa). E’ vero che, dopo il terzo posto al Mondiale dell’Under 20, possiamo vincere l’Europeo con l’Under 21. Ma il merito non è solo di Ventura o di Conte. L’investimento sulle giovanili è precedente a loro e, forse, qualcuno dimentica Arrigo Sacchi (ha scelto tutti gli allenatori, tranne quello della maggiore) e Maurizio Viscidi, un vero studioso che ancor oggi coordina le nazionali minori.
      
    Tuttavia non è il caso di scomodare tutto l’apparato federale per una tranquilla vittoria sul Liechtenstein, numero 186 del mondo. Meglio l’Italia della ripresa che quella del primo tempo. Resto convinto che uno come Immobile (un palo ad inizio di ripresa), nel 4-2-4, patisca la vicinanza di Belotti. E’ vero anche il contrario, ma l’attaccante del Torino ha maggiormente il senso dell’attacco alla profondità. Infatti, sei minuti dopo l’intervallo, è stato pescato da Insigne in linea con la difesa avversaria. Belotti, tutto solo, ha cercato l’angolo più lontano trafiggendo Jehle.
      
    Va detto subito che Insigne è stato nettamente il migliore in campo sia per il gol dell’1-0 (tiro a giro sul palo con carambola in rete), sia per le giocate a beneficio dei compagni. Sul suo versante, molto bene anche Spinazzola che ha spinto molto e propiziato, su imbeccata di Insigne, il quinto gol (91’), realizzato da Gabbiadini, subentrato a Belotti. Prima della sostituzione, però, Belotti era riuscito in una splendida combinazione aperta e chiusa da Eder (sostituto di Immobile): la spaccata al volo dell’interista - vorace e rapace - è stata bella almeno quanto il cross del torinista (74’).
     
    Buono anche l’ingresso in campo di Bernardeschi (fuori Candreva al quale è stato annullato un gol regolarissimo ad un minuto e mezzo dall’inizio della partita) che ha segnato la rete del 4-0 (82’) con la sua specialità: il tiro da fuori. In pratica Bernardeschi ci ha provato fin dall’ingresso in campo, al contrario di Candreva che, per cercare Immobile, ha spesso messo in mezzo cross lenti o prevedibili.
       
    Del Liechtenstein va lodato il primo tempo. L’austriaco Pauritsch - il tecnico - ha tra le mani una squadra di grande modestia, ma sa che cosa sia l’organizzazione difensiva e come la si raggiunga anche con materiale ordinario. Se all’intervallo si fosse andati in parità (fuori di pochissimo un tiro di Polverino al 31’) non ci sarebbe stato nulla da eccepire. La differenza l’ha fatta, dopo il 50’, la preparazione atletica e un paio di leggerezze dovute all’attenzione.

    In fondo, però, Ventura ha avuto quel che voleva (anche se negava): una goleada e un po’ di luce per il prossimo settembre.  
     

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