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  • VIDEO Inter, 19 anni di Moratti: storia di un presidente innamorato

    VIDEO Inter, 19 anni di Moratti: storia di un presidente innamorato

    • Davide Russo de Cerame
    Quando Massimo Moratti il 26 febbraio del 1995 acquista ufficialmente l'Inter di Ernesto Pellegrini, è un imprenditore concentrato principalmente sulla Saras, la società ereditata dal padre Angelo: ha bisogno di dare una svolta alla sua vita e per farlo decide di provare a emulare l'altro Moratti che, dal 1955 al 1968, portò l'Inter sul tetto del mondo.

    GLI INIZI, TEMPI DURI - Nei suoi primi anni di presidenza Massimo Moratti arrivò a spendere una cifra vicina ai 750 milioni di euro, grazie anche ai soldi successivamente incassati dal collocamento in borsa della Saras, l'azienda di famiglia. La prima partita della sua presidenza coincide con un successo, contro il Brescia (1-0), il 19 febbraio 1995: quella che eredita il nuovo presidente nerazzurro però è una squadra completamente rivoluzionata rispetto la stagione precedente, che vivrà infatti un'annata complicata, conclusa con la qualificazione in Coppa Uefa raggiunta solo all'ultima giornata (il gol decisivo è firmato da Marco Delvecchio al 92' nel 2-1 interno contro il Padova). Il primo acquisto di Moratti è l'argentino Javier Zanetti, datato 13 maggio 1995. ll terzino destro arriva a Milano insieme al connazionale Sebastian Rambert, che non lascerà traccia all'Inter. A settembre Moratti affida la squadra a Ottavio Bianchi, ma l'avventura dell'ex allenatore del Napoli in nerazzurro durerà ben poco: nel corso della stagione si alterneranno in panchina prima Luis Suarez, poi l'inglese Roy Hodgson. L'Inter chiude terza in campionato e perde la Coppa Uefa in finale ai rigori, contro lo Schalke 04.

    IL PRIMO SUCCESSO - Nel 1997/98 il patron nerazzurro consola i propri tifosi con l'acquisto di uno dei più grandi: il brasiliano Ronaldo che, con Luigi Simoni in panchina, regala all'Inter il primo trofeo della nuova proprietà, la Coppa Uefa, solo sfiorata l'anno precedente. Il campionato però si conclude tra le polemiche per il ko subito nello scontro diretto con la Juventus, caratterizzato dall'arbitraggio di Ceccarini contestatissimo per un rigore negato al Fenomeno Ronaldo (fallo di Iuliano): l'Inter chiuderà seconda in classifica.

    PANCHINA CHE SCOTTA - L'anno successivo entra nella storia della presidenza morattiana per l'incredibile girandola di allenatori, ben 4: da Simoni si passa a Lucescu, sostituito poi da Castellini, quindi il ritorno di Hodgson. L'Inter arriva ottava in campionato, nonostante l'acquisto di un certo Roberto Baggio, ed esce ai quarti in Champions. E' Lippi a sedersi sulla panchina più scomoda della Serie A nel 2000/01 ma i nerazzurri chiudono solo quarti, sfiorando la Coppa Italia (sconfitta in finale contro la Lazio). A settembre nuova rivoluzione in casa Inter con Marcello Lippi che fallisce la qualificazione in Champions League (sconfitta al preliminare dagli svedesi dell'Helsingborg nel doppio confronto) e si dimette dopo l'inatteso ko contro la Reggina alla prima di campionato. Moratti sceglie Marco Tardelli come successere di Lippi ma l'Inter si classifica quinta e la stagione resterà negli annali solo per il clamoroso tonfo nel derby contro il Milan, perso con il tennistico punteggio di 6-0.

    IL 5 MAGGIO - Come il primo acquisto di Moratti, anche il tecnico che riporta l'Inter a un passo dallo Scudetto arriva dall'Argentina: è il sergente Hector Cuper, con cui i nerazzurri falliscono il successo in campionato solo all'ultimo turno nello storico 5 maggio dell'Olimpico (la Lazio vince 4-2, permettendo il sorpasso di Juventus e Roma in classifica). Nel 2002/03 l'Inter arriva seconda ma un'altra delusione rende la stagione tra le più amare dell'era Moratti: l'eliminazione dalla Champions League in semifinale contro il Milan. Cuper resta ma non chiuderà la stagione successiva da tecnico dell'Inter: Moratti lo esonera affidando a Zaccheroni la sua squadra.

    CALCIOPOLI E I PRIMI SCUDETTI - La stagione 2004/05 è significativa per la scelta di Moratti di puntare su un allenatore emergente come Roberto Mancini: l'ex giocatore di Samp e Lazio resterà in sella all'Inter fino al 2008. Al primo tentativo però Mancini fallisce: terzo posto e magra consolazione del successo in Coppa Italia. E' qui però che avviene la svolta: il ciclone Calciopoli rega il primo Scudetto all'Inter, trionfo dolce-amaro perché assegnato a tavolino (2005/06). Con la Juventus retrocessa in Serie B, i nerazzurri vincono il primo Scudetto sul campo (2006/07), ripetendosi anche l'anno dopo. Gli insuccessi dell'Inter di Mancini in Champions League però culminano con l'allontanamento di quest'ultimo: Moratti vuole trionfare anche in Europa e per farlo sceglie José Mourinho.

    GLI ANNI DEL TRIPLETE -  Le vittorie arrivano subito, anche grazie alla sontuosa campagna acquisti che porta all'Inter gente del calibro di Milito, Thiago Motta, Eto'o e Sneijder. Due annate splendide quelle dello Special One con la Champions centrata al secondo tentativo, spremendo ogni giocatore, facendogli dare anche più di quanto potesse realmente. Nel 2009/10 ecco il Triplete con Scudetto, Coppa Italia e Champions League. Mourinho però se ne va sul sul più bello: Moratti affida la sua creatura, finalmente vincente, a Rafa Benitez. Con lo spagnolo l'Inter conquista anche il Mondiale per Club: Massimo Moratti finalmente riesce a emulare papà Angelo ma è l'inizo della fine. Benitez rassegnerà le dimissioni per una campagna acquisti deludente e un ambiente ostile, ancora troppo legato allo Special One: è il preludio a una serie di annate caratterizzate da mercati deludenti e stagioni ben lontane dai recenti trionfi.

    L'ADDIO - L'anno scorso, con l'ingresso all'Inter del magnate indonesiano Erick Thohir, si chiude l'era di Massimo Moratti come socio di maggioranza dei nerazzurri. 16 i trofei totali: quattro Coppe Italia, cinque Scudetti, quattro Supercoppe italiane, una Coppa Uefa, una Champions League e un Mondiale per Club. Moratti (che attualmente detiene una quota minore della società) passa un anno dietro le quinte, culminato proprio con la rinuncia alla carica di presidente onorario dell'Inter offertagli da Thohir. Una scelta forte e inattesa quella presa dall'ex numero uno: di sicuro ha inciso il pesante passivo di bilancio, criticato a più riprese nel corso degli ultimi mesi e ribadito a gran voce dalla nuova presidenza soprattutto nell'ultimo cda. In particolare Moratti non avrebbe gradito le parole del Ceo Bolingbroke, proprio in occasione dell'assemblea dei soci: "Vogliamo raddrizzare ciò che è andato storto in passato", riferimento chiarissimo a Moratti.

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