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  • Violamania:| Accanimento terapeutico

    Violamania:| Accanimento terapeutico

    Se è vero che i progetti calcistici non si devono basare su un risultato ma sull'idea di ciò che la società vuole vedere sul campo e sui relativi obiettivi, c'è da capire quanto il risultato ottenuto ieri dalla Fiorentina rafforzi la già debole posizione sulla panchina viola di Sinisa Mihajlovic. Perché non era giusto ieri tifare contro la squadra gigliata per sperare che il tecnico serbo venisse esonerato, visto che agire contro il proprio cuore non fa mai bene, ma c'è una componente del mondo Fiorentina che esce sconfitta dall'ultima settimana, ed è indubbiamente la società. Confermare infatti Mihajlovic dopo la striminzita vittoria contro il Genoa, a mio avviso, rappresenta un semplice accanimento terapeutico verso un ambiente che in realtà, davanti a fatti evidenti, chiedeva un cambiamento di rotta. La piazza da tempo ha deciso di sfiduciare un allenatore che non solo non ha mai fatto vedere una continuità di gioco e di risultati degna della sua conferma, ma che si è perdipiù approcciato sempre come un nemico che cerca lo scontro dialettico contro una tifoseria che, invece, non aspettava altro che tornare a veder giocare a calcio ed emozionarsi.

    La famiglia Della Valle però da tempo ha deciso di difendere una scelta, quella di Sinisa Mihajlovic, che non ha mai convinto, non valutando né la mancata evoluzione del gioco né l'assenza sistematica di risultati. Allo stesso tempo - e per questo parlavamo di sconfitta societaria - va registrato il fatto che ieri, mentre il tecnico gigliato si giocava la panchina, nessun Della Valle era presente in tribuna autorità, e non c'era neanche il presidente Mario Cognigni: è comunque un dato che deve far riflettere. Parlavo di accanimento terapeutico perché questa Fiorentina, nonostante il successo di ieri, domenica dopo domenica sarà ancora sotto esame, caricando sulle spalle della squadra un malumore che inevitabilmente respireranno anche i giocatori. Quest'ultimi continuano a dire, a parole, di stare con il tecnico: solo con le vittorie potranno dire quanto sono sinceri, perché fino ad oggi, soprattutto in trasferta, hanno dimostrato il contrario

    Certamente, se l'obiettivo è tornare in Europa, i tre punti arrivati davanti ad un Genoa dimostratosi pochissima cosa, possono andare anche bene, ma occorrerà come detto una conferma già domenica prossima a Verona contro il Chievo. Se invece fra i traguardi da raggiungere c'è anche un rinnovato feeling con la piazza, come da patto con la città presentato la scorsa estate, ebbene quello che si è visto ieri, in un 'Franchi' sempre più deserto, è tutto fuorchè 'calcio': buona volontà, qualche segnale di timido carattere, ma poi francamente, quando si è visto alzarsi dalla panchina Vargas per sostituire Gilardino per passare da un 4-3-3 ad un 4-5-1 con Jovetic prima punta - cosa che ha scatenato l'indignazione di tutto lo stadio -, il sospetto che Mihajlovic rimanga semplicemente per un orgoglio fine a sé stesso della proprietà, è diventato una certezza.

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