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  • Violamania: Della Valle, è ora di scendere di nuovo in campo

    Violamania: Della Valle, è ora di scendere di nuovo in campo


    C’è un momento esatto, di nove anni fa, in cui una parte della Fiorentina guidata dalla famiglia Della Valle è metaforicamente morta, e non è piu’ tornata ad esistere. Un momento significativo per il calcio italiano ma soprattutto per il club viola, che ha segnato la storia del medio-breve periodo della società guidata dagli imprenditori marchigiani della provincia di Ascoli Piceno. Il tutto va fatto risalire alla tarda primavera del 2005 quando le prime intercettazioni telefoniche legate all’inchiesta di Calciopoli vedono coinvolti, seppur di riflesso, anche diversi dirigenti che lavorano nelle stanze di via Manfredo Fanti a Firenze. La sommarieta’ dell’inchiesta e le veloci conclusioni a cui si giunse, con la Fiorentina condannata sia a livello sportivo che legale, attraverso pene afflittive anche per i vertici del suo club, hanno fatto si che soprattutto l’azionista di maggioranza, Diego Della Valle, sentitosi toccare in prima persona da quelle accuse, a suo avviso ingiuste, si allontanasse sempre di piu’ da quel mondo in cui era stato coinvolto, dall’amministrazione della città del giglio, soltanto tre stagioni prima.

    Gli anni che sono seguiti hanno cicatrizzato parte delle ferite che mister Tod’s ha subito sulla propria pelle, con addebiti ed imputazioni che ne hanno irrimediabilmente macchiato la fedina penale, come mai era successo prima nella sua vita imprenditoriale e, soprattutto mai pensava che sarebbe accaduto per via della sua azienda calcistica. Diego Della Valle in quei mesi di nove anni fa occupo’ tutte le tv ed i giornali per difendere innanzitutto la sua persona, poi, una volta subita l’ultima sentenza irrevisionabile, ha provato a sollecitare i vertici del mondo del pallone italico, come aveva fatto negli anni addietro, per cambiare regole e personaggi che lo stavano controllando, ma, trovandosi di fronte ad un muro di gomma, ha deciso di far viaggiare la propria nave chiamata Fiorentina non piu’ come un motoscafo ma come un battello, facendo navigare i viola in acque sempre tranquille a livello di conti ma mai troppo  competitiva con imbarcazioni che partecipavano al suo stesso campionato.

    C’è stato un momento, inutile negarlo, in cui i Della Valle hanno anche pensato di cedere il proprio ramo calcistico, poi, piu’per la passione di Andrea che per il reale coinvolgimento del fratello Diego, si è tornati ad investire e a vivere la realtà Fiorentina in prima persona. Solo che adesso, all’indomani della seconda eliminazione al primo turno in un Mondiale dell’Italia, ci sono tutte le condizioni giuste affinche’i proprietari del club gigliato tornino di nuovo in campo in prima persona per cambiare il mondo del calcio del nostro paese. Solitamente delle questioni burocratiche e dei rapporti con Figc e Lega Calcio si sono sempre occupati uomini di fiducia degli azionisti di maggioranza gigliata. Ora però che tutto sembra andare verso il gattopardismo, ovvero la santa alleanza Tavecchio-Lega di serie A, sarebbe auspicabile che Diego ed Andrea Della Valle si riaffaccino in quelle stanze del potere da cui non possono prescindere se vogliono contribuire a cambiare le sorti del calcio italiano e della propria squadra. Ecco perché, per l’ennesima volta, è giusto appellarsi a loro a perché accantonino quell’amarezza per quanto subito ingiustamente con Calciopoli e compiano l’ultimo passo definitivo perché la Fiorentina sia forte anche dove conta, nelle stanze del potere. Ne beneficerebbe Firenze e Pasqual e compagni in prima persona ma poi anche tutto il movimento del pallone. Perché i Della Valle a metà, con un piede nel calcio ma un altro fuori, come quelli di oggi, danno un senso di incompiuto, di occasione persona, di sfruttamento incompleto  delle proprie fondamentali capacità imprenditoriali.

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