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  • Violamania:| Fate qualcosa da Fiorentina

    Violamania:| Fate qualcosa da Fiorentina

    Diego Della Valle lo ha deciso da tempo, e negarlo sarebbe raccontare una bugia - una più una meno stavolta non fa la differenza -: la Fiorentina è una società in vendita, che passerà di mano magari appena i massimi dirigenti viola, coinvolti nella vicenda di Calciopoli, riceveranno piena assoluzione dalla magistratura ordinaria, in particolare nel processo in corso di svolgimento a Napoli. Troppo grande ed evidente, per un imprenditore di successo come mister Tod's, figurare agli occhi di qualcuno come complice di un calcio sporco. Quelle sentenze del processo sportivo che per prime gli hanno macchiato la fedina hanno fatto troppo male a Diego Della Valle, e gli hanno fatto capire come il calcio sia solo uno squallido gioco di potere in cui - come dice l'ex direttore sportivo gigliato Claudio Nassi - quando l'arbitro fischia il calcio di inizio la partita in realtà è già finita, perché si decide nelle stanze dei bottoni. E così Firenze, quella che non ne può più di questa società, ma anche quella che soffre del senso d'abbandono (come quei fidanzati tristi che restano accanto alla loro ragazza che non amano più, solo perché 'sennò cosa dice la gente' oppure perché 'metti che rimango solo o ne trovo una più brutta'), dovranno iniziare ad immaginarsi una Fiorentina senza il marchio dei Della Valle accanto. Nel frattempo tutto il lavoro di 'exit strategy' è finito, dal punto di vista amministrativo, sulle spalle del neo presidente Mario Cognigni, e dal punto di vista sportivo su quelle di Pantaleo Corvino.

    Io lo capisco, l'uomo di Vernole, anche se in passato l'ho attaccato, anche duramente (ma su fatti sportivi, non per una simpatia o un'antipatia di fondo). Una volta il d.s. gigliato, che regala i suoi momenti migliori quando non parla di calcio, disse che lui non aveva mai lasciato una ragazza, perché preferisce essere lasciato. Ecco perché, quando molti lo hanno invitato a farsi da parte per i molteplici errori commessi sul mercato - l'imbarazzante affare D'Agostino o il fallimentare mercato del gennaio 2010 - lui ha continuato per la sua strada, facendo i suoi interessi, in una società che anche involontariamente aveva la testa impegnata in altre cose. Corvino è molto simile al tifoso fiorentino che descrivevo prima: ecco perché, in questo momento di difficoltà, con l'affare Aquilani sfumato (non solo per colpa sua), mi sento di stargli vicino, consapevole che questa agonia sportiva - che può avere solo guizzi, ma non un serio progetto sportivo - passa solo da suoi autentici colpi, che deve fare peraltro senza un soldo in tasca, perché troppi ne ha sperperati nelle stagioni precedenti. Corvino non merita gli insulti che riceve, non tutti almeno, come non meritava che tanto potere finisse nelle sue mani, una volta passati da un tecnico all'altro. Mi ritrovo così, un po' come Nanni Moretti nel film 'Aprile', ad urlare a questa dirigenza con le valige in mano: 'Fate qualcosa da Fiorentina' ,anche se domani non ci sarete. Ovvero: fate qualcosa di sincero, puro, passionale, senza secondi fini. Lasciate un ricordo almeno accettabile del vostro passaggio, in modo che anche il buono che avete fatto in passato non venga confuso con il 'niente' prodotto oggi.

    Quelli che sicuramente hanno fatto 'qualcosa da Fiorentina' sono i cento tifosi del parterre che hanno deciso chiaramente di far capire a Sinisa Mihajlovic e ai suoi domiti figuranti con una maglia viola che la storia d'amore fra Firenze e la società è finita da tempo, e che la città non dorme dopo l'ultimo anno in cui di calcio se n'è visto niente, e di rispetto per i colori indossati idem. Il tecnico serbo, che aveva già la casacca nerazzurra dipinta addosso, vorrebbe essere altrove oggi, ma il gioco di offrirsi all'Inter non ha funzionato, e si ritrova prigioniero; altro che 'voglia di riconquistare i tifosi gigliati'. Per riconquistarli bisognerebbe fare calcio, e non è cosa da tutti. I supporters del parterre, pochi o tanti che siano stati a San Piero, hanno dimostrato che Firenze ha ancora un'anima. Loro, più di quelli che girano su internet, nascosti spesso da un nickname e dall'anonimato, hanno più voce in capitolo rispetto agli altri, perché sono quelli che ci mettono la faccia, anche nelle situazioni più pericolose, che non mancano mai nelle trasferte, anche quelle inspiegabilmente vietate loro. Quelli che faticano 12-16 ore per pagarsi l'abbonamento, il biglietto, per andare a vedere la Fiorentina sempre e comunque. Quelli che per sognare si autofinanziano da sempre. Perché i protagonisti di questa squallida fine storia dei Della Valle passeranno, loro no, e hanno giustamente chiesto rispetto. Un rispetto che non si compra regalando paia di scarpe e facendo una chiamata per chiedere un articolo che colpisca a turno chi va delegittimato o messo in cattiva luce.

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