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  • Violamania:| Mercato invernale fallito

    Violamania:| Mercato invernale fallito

    • Luca Cellini

    La cessione di Mario Ariel Bolatti al River Plate - che al momento pare scongiurata -, unita a quella dell'attaccante Keirrison (andato al Santos via Barcellona), dimostrano inequivocabilmente che, viste anche le prestazioni mai sufficienti fino ad oggi del difensore Felipe (ieri sera disastroso a Valencia) e la scarsa continuità di rendimento di Adem Ljajic, il calciomercato operato dalla Fiorentina nel gennaio scorso, quando la squadra viola era quarta in campionato, qualificata per i quarti di Coppa Italia e agli ottavi di Champions League, è da ritenersi a tutti gli effetti fallimentare. Nel momento più splendente in termini di risultati per la Fiorentina da almeno vent'anni, la società viola non ha fatto niente per agevolare la conquista di altri prestigiosi traguardi sportivi. Se poi si aggiunge il mancato rinnovo contrattuale di Massimo Gobbi, molto spesso titolare l'anno scorso nel ruolo di terzino sinistro e sostituito oggi da un esterno mancino adattato come Nikolas Gulan, ecco che le operazioni in entrata ed uscita fatte da Pantaleo Corvino solo sette mesi fa vanno archiviate come disastrose.

    In un colloquio fra il d.s. gigliato e l'allenatore di allora Cesare Prandelli, prima della sosta natalizia, il tecnico - cui anche oggi si può chiedere conferma di quanto segue - chiese come priorità per il mercato invernale l'arrivo di un solo giocatore, necessario ad arricchire la sua rosa: un centrocampista, possibilmente italiano, con esperienza europea. La cessione di Kuzmanovic a tre giorni dalla chiusura del mercato estivo infatti aveva fatto rimanere nella rosa della Fiorentina solo tre centrocampisti di ruolo. La prima scelta dell'attuale c.t. della Nazionale era Angelo Palombo; in seconda battuta l'opzione Gaetano D'Agostino, sempre più fuori squadra nell'Udinese, senza trascurare la pista Cigarini, elemento giovane e duttile tatticamente. Pantaleo Corvino però si trovava fra due fuochi, visto che dalla proprietà gli era arrivato un preciso diktat: abbassare il monte ingaggi.

    Ecco ad esempio il perché dell'arrivo di Felipe al posto di Dainelli. Quest'ultimo non a caso in una recente intervista al Secolo XIX ha affermato: 'Molti hanno imputato la mia partenza a Cesare Prandelli, ma col mister ci siamo sempre rispettati, anche quando mi ha messo per un lungo periodo in panchina'. Al fallimento di risultati della squadra viola nella seconda parte della stagione, oltre alla cessione di Martin Jorgensen (la Fiorentina lasciava così partire in una sola sessione il capitano ed il suo vice nello spogliatoio), contribuiva il lento inserimento nel campionato italiano di Bolatti. Quest'ultimo fu fatto passare da una parte di stampa fiorentina vicina alla proprietà come una 'prima scelta' di Prandelli. Ma contribuirono pure la vicenda Mutu, un Keirrison dimostratosi inadatto alla serie A, ed il blocco imposto dai vertici del club all'operazione Giuseppe Rossi, che Corvino aveva trovato la formula di prendere in prestito con diritto di riscatto per una somma complessiva di 14 milioni di euro.

    A tutto ciò va aggiunto il lento processo di delegittimazione del tecnico da parte dell'(ex) patron Diego Della Valle, che ad esempio, invece di fare privatamente domande al proprio tecnico sul suo futuro, lo metteva alla mercè di voci ed illazioni tramite un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Chi pensate abbia 'passato' la notizia al Corriere dello Sport-Stadio intitolata 'I Della Valle lasciano Firenze', due giorni dopo quel Fiorentina-Udinese in cui i tifosi viola si dimostrarono vicini a Prandelli, successivamente all'accusa della società al tecnico di avere un accordo con la Juventus? Come dire alla gente: o noi o Prandelli. Lo spogliatoio viola, privo di giocatori di carattere, a suon di sconfitte e prestazioni mediocri, dimostrava a tutti che l'operazione 'licenziamento di Prandelli' poteva essere conclusa. Cosa che è poi avvenuta con la squallida messinscena della telefonata del presidente della Figc Giancarlo Abete al dimissionario presidente Andrea Della Valle, casualmente arrivata il 20 giugno scorso, per chiedere la disponibilità a trattare con il mister di Orzinuovi per il dopo Lippi...

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