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  • Violamania: modello spagnolo con larghe intese

    Violamania: modello spagnolo con larghe intese

    • Luca Cellini

    Chissa', forse Matteo Renzi, noto tifoso viola, nel fare la proposta di riforma della legge elettorale, sul modello spagnolo, si è ispirato nominalmente al modo di giocare della sua Fiorentina che fa dell'essenza del calcio iberico il suo essere: grande possesso palla, scambi continui e gioco orizzontale esasperato. A parte le battute se c'erano dei dubbi che la formazione gigliata potesse ripetere i fasti di risultati e modo di agire sul campo divertente e spettacolare, visti la scorsa stagione, dopo oltre un girone di andata di campionato, piu' 6 partite d'Europa League ed una di coppa Italia, le conferme su quanto fatto un anno fa, sono arrivate piu' che in maniera abbondante.

    Non solo Pasqual e compagni sono ancora una volta pienamente in lotta per un posto nella prossima Champions League, ma insieme alla Roma, sono gli attori protagonisti di sfide che appassionano anche chi non è meramente tifoso della Fiorentina. 
    Un compito aveva dato il patron Andrea Della Valle a Vincenzo Montella al momento dell'arrivo di quest'ultimo sulla panchina gigliata nell'estate 2012: riportare la gente allo stadio attraverso l'entusiasmo del belvedere sul campo. Oggi si può dire: missione compiuta.

    Ma a questi risultati sorprendenti per continuità è giusto fare i nomi di chi spesso non viene nominato come meriterebbe e quindi partendo dallo staff dell'allenatore viola campano, magazzinieri, autisti e gente che lavora dietro le scrivanie nella sede di via Manfredo Fanti 4, passando per il quadro dirigenziale al suo completo, su cui si è erta una figura protagonista assoluta: Diego Della Valle.

    Infatti se c'è un'immagine che deve far capire quanto la Fiorentina stia bene dentro e fuori dal terreno di gioco, è la presenza dell'azionista di maggioranza del club lo scorso 8 gennaio, nel ritiro gigliato nel pre gara con il Chievo in coppa Italia, e poi in tribuna autorità dello stadio 'Artemio Franchi'. Perchè il fatto che mister Tod's nel momento di massima depressione dell'ambiente fiorentino per il nuovo grave infortunio di Giuseppe Rossi, abbia non solo fatto presenza nell'arena viola, ma abbia avvallato la politica di rafforzamento del club gigliato nel mercato invernale, è segnale straordinario di unità di intenti e di grande progettualità.

    E così se la Juventus deve pensare a cedere o comunque a scambiare giocatori con la derelita Inter, il Napoli spendere fior di milioni di euro per comprarsi il regista, ed il Milan sopravvivere sui rigori di Balotelli, la Fiorentina acquista, seppur in prestito, due pezzi da novanta che rafforzano adeguatamente una rosa, quella di Montella, resa povera dagli infortuni, e non dalla voglia di lasciare dei propri big. Oggi i giocatori che vogliono rilanciarsi o provare nuove sfide, scelgono Firenze, e non a caso si rivitalizzano e trovano nuova linfa. Pensate a quanto successo con Matri. Lo davano per depresso, finito, in fase calante di carriera, e con poco piu'di 10 tocchi ha segnato due gol in 45 minuti. L'attaccante di Sant'Angelo a Lodigiano è l'ultimo esempio di resurrezione in viola, dopo i casi di Ambrosini prima e Vargas poi.

    La Fiorentina di oggi inoltre, riporta uno studio del Cies, l’osservatorio calcistico di Neuchatel, nel calcio europeo  è in assoluto la squadra che annovera più nazionalità diverse, ben 15, fra i suoi giocatori in rosa. Insomma uno spogliatoio multietnico, che quando scende sul terreno di gioco, applica un calcio spagnolo, che si basa su larghe intese, e che conquista la maggioranza dei consensi di pubblico e critica, senza bisogno di elezioni a doppio turno come molto probabilmente accadra' per i nostri parlamentari. 


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