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  • Violamania:| Ragazzi, niente paura

    Violamania:| Ragazzi, niente paura

    La partita settimanale più difficile per la Fiorentina non sarà quella che dovrà affrontare sabato prossimo contro l’Atalanta, ma quella che sta 'giocando' dalle ore 14.30 circa di domenica scorsa quando, con un effetto mediatico paragonabile ad uno tsunami, sull'ambiente viola nel suo complesso si è riversata l'onda lunga dei fatti accaduti prima in tribuna autorità (l'ormai noto episodio di Adriano Galliani) e poi sul campo (il contestatissimo operato di Paolo Tagliavento). E' strano come molti di quelli che hanno raccontato i fatti accaduti sugli spalti del 'Franchi' si siano basati su testimonianze indirette, su fotografie e filmati solo parziali, non andando mai a fondo sui reali motivi che hanno portato un dirigente di calcio, noto per non essere proprio un lord quando segue la partita, ad abbandonare il proprio seggiolino. Detto che la violenza verbale e fisica è da condannare senza se e senza ma, giova sottolineare due aspetti: è stato lo stesso Galliani ad accendere la fiamma dieci giorni fa parlando di campionato 'falsato', e Firenze è quella stessa città - il dirigente rossonero dovrebbe ricordarlo - che ha salutato con una standing ovation l’ultima partita di Paolo Maldini, quattro anni fa, otto giorni dopo che lo storico capitano del Milan era stato insultato dai suoi stessi tifosi a San Siro.

    La strategia mediatica nazionale è molto chiara: raccontare parzialmente i fatti, non analizzare tutti i punti di vista, e soprattutto spostare l'attenzione dall'aspetto tecnico. In questo senso si è comportato da vero signore Max Allegri, che nel post-gara non ha commentato le decisioni di Tagliavento (e ce n'erano a sfavore del suo Milan, e neanche poche...), ma ha parlato dell'ingenuità della sua squadra, che non ha saputo gestire il doppio vantaggio e l'uomo in più, contro una Fiorentina che poteva solo attendere il 'cazzotto' per il definitivo k.o.. Apprezzata la reazione d'orgoglio dei gigliati (spogliatisi delle paure viste nella parte centrale del primo tempo e per larga parte della gara di Cagliari), e sottolineate le ottime mosse attuate da Montella, è inutile qui stare ad analizzare se il punto preso contro il Milan sia da vedersi in ottica positiva o negativa, perché la squadra gigliata è quarta in classifica in questo momento, e non solo per meriti propri. Molte dietro di lei hanno rallentato nell'ultimo periodo: l'Inter è in crisi fisica e psicologica, la Lazio paga gli impegni d'Europa League, la Roma non finalizza la sua mole di gioco, le altre sono disperse. La Fiorentina sta giocando un eccellente campionato, in rapporto a quanto successo l'anno scorso, ma la sua voglia di essere meno spettacolare e più cinica non sta dando i frutti sperati. 

    I viola sembrano molto spesso impauriti, e testimonianza lo sono il pallone perso da Pizarro sullo 0-1 contro il Milan, e la mancata chiusura su Flamini per il momentaneo raddoppio rossonero. Se il cuore dice che le speranze di Champions si possono ancora coltivare, la testa dice che una squadra che prende due gol a partita di media nel girone di ritorno dovrebbe mettere la firma, oggi, sul piazzamento nelle future coppe europee, anche minori. Montella dovrà essere bravo in questa settimana a chiudere a chiave la porta del suo spogliatoio ed estraniare i suoi giocatori dall'ambiente esterno, anche rispetto alle voci di mercato, inevitabili ad inizio primavera. La trasferta di Bergamo, al di là delle motivazioni dell'Atalanta, ormai quasi salva, dovrà riproporre una Fiorentina non spaventata come quella vista troppo spesso recentemente. Non sarà facile fare risultato senza Jovetic, Savic e Tomovic, ma il processo di crescita, che è l'aspetto più importante a cui si sta sottoponendo in questa stagione il gruppo viola, non ammette altri passi falsi. La gara dello stadio 'Azzurri d'Italia' è un esame da non fallire, prima ancora del fischio di inizio del direttore di gara.

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