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  • Violamania:| Non siamo mica 'grulli'
Violamania:| Non siamo mica 'grulli'

Violamania:| Non siamo mica 'grulli'

Premessa doverosa: qualsiasi tipo di coro o striscione di stampo razzista, xenofobo o gravemente lesivo della dignità di uno o più persone, è fermamente condannabile, e chi si rende protagonista di tali episodi non dovrebbe mai entrare in uno stadio di calcio, né far parte del normale vivere sociale. Detto questo, la cosa più triste, ipocrita e fuorviante degli ultimi giorni a Firenze è stata l'ipocrisia, mista a tentativi di spostare l'attenzione su quelli che sono i veri problemi tecnici della Fiorentina, cavalcata da giornalisti, opinionisti e uomini di calcio, in seguito al coro offensivo, ripetuto da larga maggioranza della curva Fiesole, rivolto al tecnico Sinisa Mihajlovic al termine dell'incontro casalingo contro il Genoa. Ad amplificare la polemica è stata una dichiarazione, quanto mai inopportuna e gratuita, dell'ex attaccante di Roma e Juventus Zibì Boniek, che a 'Novantesimo minuto' ha dato al presunto razzismo della città di Firenze la colpa dei rapporti negativi fra la maggior parte dei supporters viola e il tecnico serbo. Una dichiarazione quantomeno superficiale e inesatta, visto che la città del Giglio si è sempre distinta, nella sua storia, per democrazia, civiltà e rispetto, e che lo stadio 'Franchi' non si è mai reso protagonista di episodi di razzismo, al contrario di quanto avvenuto in altri stadi (Boniek evidentemente non è mai stato all'Olimpico di Roma quando in maglia viola giocava Mutu). Inoltre a 'mettere il carico da novanta' ci hanno pensato le parole di Diego Abatantuono, che ha definito i tifosi viola incivili, e il ruolo di avvocato difensore non richiesto, a favore di Mihajlovic, assunto da Massimo Mauro, sempre nel dopo partita di domenica scorsa.

Per loro, che evidentemente non frequentano da tempo gli stadi di calcio ma molto di più i salotti televisivi, dopo aver spiegato che questi cori sono stati solo un patetico e inutile tentativo di provocare il tecnico (che ha fatto di tutto per cercare lo scontro verbale con la città, la piazza e soprattutto la tifoseria), la punizione migliore sarebbe quella di fargli vedere, come hanno fatto i supporters viola nell'ultimo anno e mezzo, le cinquanta partite della gestione Mihajlovic, e poi, se non sono ancora stremati dalla noia per la mancanza costante di un gioco, di una qualsivoglia idea di calcio o di organizzazione tattica, chiedergli se è giusto o meno che Firenze possa esprimere il proprio dissenso contro la Fiorentina di oggi. Troppo facile giudicare Mihajlovic in base a rapporti lavorativi precedenti, o alle amicizie di comodo. La tifoseria viola ha tutto il diritto, dopo una pazienza che non era mai stata concessa ad un allenatore che ha finora fallito, dal punto di vista umano e tecnico, di fischiare e urlare cori contro l'uomo di Vukovar. Basta che tali cori rientrino nell'alveo della civiltà (e, come detto, la parola 'zingaro' non fa certo parte di quest'ambito). Della 'morale pret-a-porter' di chi parla dai salotti della tv o dai quotidiani nazionali, ma anche di certi 'santoni' che girano per le radio locali, tutta la tifoseria viola fa volentieri a meno, perché dei fiorentini si può dire tante cose, e spesso da Roma e Milano si straparla per invidia e superficialità, ma non siamo tanto 'grulli' da etichettare le persone senza averle studiate, provate a comprendere e analizzate.

Chiedete a Mutu e a Jovetic, chiedete a Terim o a Can Bartu, che 'zingari' potrebbero essere altresì etichettati, se hanno mai ricevuto offese. Ha fatto comodo a molti il fatto che non si sia parlato del 'non gioco' di Mihajlovic, e chissà, forse questa deviazione è servita pure al mister per lavorare in questa settimana senza un carico di pressione che certamente la società non ha aiutato a togliergli, visto che l'ineccepibile comunicato di solidarietà a suo favore non ha chiarito gli intenti futuri. Dunque se il primo giro di roulette russa ha sorriso a questa mediocre Fiorentina, per Mihajlovic tutto è stato rimandato alla trasferta di Verona. Chissà se anche in quel caso, dopo una prestazione o un risultato negativo, serviranno gli 'amici mediatici' del tecnico serbo a salvargli la panchina. L'auspicio è che di certi soccorsi il mister gigliato non abbia bisogno, principalmente perché la sua squadra, al 'Bentegodi', avrà vinto, giocando bene. Perché è questo che chiede da oltre un anno la tifoseria viola, che mai ha fatto scelte che prescindessero da discorsi tecnici. Se lo ricordi chi parla di Firenze, che quando ha in bocca il nome della città farebbe bene a sciacquarsi la bocca, prima di emettere sentenze gratuite.

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