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  • Violamania:| Otto estati fa...
Violamania:| Otto estati fa...

Violamania:| Otto estati fa...

Esattamente otto estati fa, 3 agosto 2004. Una calda giornata di sole. Fiorentina in ritiro a Vigo di Fassa, a dieci chilometri da dove si trova oggi a svolgere la preparazione in vista della prossima stagione. Nel corso dell'allenamento mattutino, Emiliano Mondonico ricevette una gradita sorpresa: da Rivolta d'Adda, suo paese natìo, alcuni amici gli portarono dei salami locali, che il tecnico offrì ai giornalisti fiorentini presenti all'ombra del Ciampedie come 'calumet della pace', visto che la maggioranza di loro non sopportava i suoi metodi poco ruffiani con i media. Non servì quel gesto riconciliatore fra Mondonico e la stampa di Firenze: quest'ultima gli fece una guerra così serrata da indurlo alle dimissioni due mesi più tardi, al termine di un Udinese-Fiorentina in cui il Mondo aveva usato inserire prima Fantini e poi Portillo, e non viceversa.

Il pomeriggio di quel giorno a Vigo la Fiorentina presentò un giocatore che sarebbe entrato nel cuore di tutti i tifosi viola, Thomas Ujfalusi, e al calar della sera ci fu il 'colpo di grazia': l'allora presidente onorario Diego Della Valle atterrò in Val di Fassa con il suo elicottero privato, e fino alle 21.30, in una conferenza stampa rimasta storica, tenne sugli attenti i giornalisti parlando della sua idea di calcio e di riforma del mondo televisivo e politico-finanziario. Chi c'era quel giorno non può dimenticarlo, perché era la nascita di un progetto di società calcistica innovativo, con tanti uomini di calcio, e che poi si sarebbe evoluto nei cinque anni successivi con il magico trio Diego Della Valle-Pantaleo Corvino-Cesare Prandelli.
 
Paragonare quella Fiorentina a quella che sta nascendo oggi mette un po' di malinconia. L'ha detto anche Andrea Della Valle: il progetto gigliato sembra essersi fermato alla notte dell'Allianz Arena. In realtà sono stati gli stessi vertici viola a sbagliare tutto lo sbagliabile, già dall'autunno 2009, con quelle inspiegabili dimissioni dell'oggi azionista di riferimento, seguite da quelle del fratello Diego nella primavera 2010. Gli errori sul mercato si sono sommati a dichiarazioni che hanno volutamente diviso una città che unita invece aveva contribuito a portare la Fiorentina anche a giocarsi un quarto di finale di Champions League.
 
Il fallimento dell'estate 2002 ha fatto sì che a Firenze esistano tifosi che invece di avere sul proprio muro, in casa e in ufficio, la foto della squadra viola, hanno un santino dei Della Valle, come se quest'ultimi fossero inattaccabili e da venerare come dèi pagani. Certo, la famiglia proprietaria del marchio Tod's va ringraziata per quanto fatto in questi dieci anni di presidenza, ma anche criticata ferocemente se commette degli errori, come troppo spesso è accaduto recentemente. Il paragone fra otto anni fa e oggi, fra quella squadra che rinasceva dalla C2 e quella che cerca di cancellare due anni da buttare, fa capire che può esistere una Fiorentina forte sul campo solo se esisterà una Fiorentina forte dietro la scrivania.
 
Anche chi è duro con i Della Valle e ne chiede la dipartita, in realtà è al loro fianco, perché loro sono i proprietari 'momentanei' della Fiorentina. Ecco perché li vorrebbe più presenti, vorrebbe che usassero di più la loro autorità, con più passione e meno ragionieri. Perché tutti si è uniti per il bene della Fiorentina, ma il primo segnale di unità e di programmazione deve arrivare dall'alto. Non deve stupire in questo senso che le ultime ore in casa viola, con le parole chiare e precise di Andrea Della Valle e una riprogettazione tecnica, costituita da un allenatore ambizioso e un d.s. brillante, unita agli eccellenti arrivi in prospettiva di Borja Valero e Rodriguez, abbiano riacceso la scintilla. Quell'entusiasmo che ieri sera c'era a Moena da un bel po' di tempo non lo si respirava. E' bastato poco, ma quanto tempo si è perso.

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