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  • Violamania: sognare non è più tabù

    Violamania: sognare non è più tabù

    'Il presuntuoso crede di poter fare quello che sa di non poter fare' scriveva Roberto Gervaso. A questa Fiorentina si possono additare tanti difetti, ma non certo quello della carenza di umiltà: Paulo Sousa e i suoi giocatori conoscono straordinariamente bene i propri limiti e costruendosi su di essi hanno eretto un'autentica macchina da guerra: solidità, efficacia, concretezza, contropiede, sono tante le 'parole-chiave' che il dominio viola a San Siro lascia in eredità.

    Un percorso che nasce da lontano, dalla volontà ferrea del nuovo allenatore che ha voluto impostare la Fiorentina sulla propria filosofia di gioco, e i risultati stanno terribilmente dando ragione al nativo di Viseu: vedere la squadra accolta da una folla in delirio alla stazione di Campo di Marte, questa notte, ha riportato la lancetta indietro nel tempo, ad un entusiasmo vero e genuino che può svilupparsi anche solo dopo appena sei giornate. I tifosi della Fiorentina, del resto, conoscono bene il significato della sofferenza sportiva, e per questo, più di altri, sanno assaporare con gusto il sapore dei successi, il valore del momento: il calcio è la gioia di un attimo, e Firenze vuole godersi a pieno questo primo, storico posto in classifica.


    L'Inter di Mancini, ieri sera, ha capito poco o nulla della partita: surclassata sul piano tecnico-tattico, ha lasciato alla Fiorentina la maniglia del gioco, e i Viola sono stati incredibili nel colpire come un pugile l'avversario. Una difesa solida e granitica - migliore della Serie A insieme al Chievo - un centrocampo che abbina dinamismo, tecnica ed aggressività - Badelj e Vecino appaiono sempre più insostituibili nello scacchiere di Sousa - un attacco in formato diesel - è il terzo del campionato - ed il piatto è servito.

    Firenze e i fiorentini, adesso, possono, anzi, devono sognare: la terra sotto i piedi è solida, iniziale a guardare al cielo, a risultati fin qui a malapena dicibili, non sembra utopia. Non è questione di parlare di Scudetto, di Champions, o di altri obiettivi: è questione di non porsi limiti. Sulle ali dell'entusiasmo, senza presunzioni: Sousa docet.


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