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  • Violamania: tanto noi abbiamo Bolatti

    Violamania: tanto noi abbiamo Bolatti

    • Luca Cellini

    In queste ore di riflessione e critica a Firenze, dopo la pesante sconfitta casalinga contro una signora squadra come il Palermo, il mio pensiero vola in Argentina. Chissà cosa pensano i dirigenti dell'Huracan, club biancorosso di Buenos Aires, da cui l'anno scorso il Palermo ha prelevato per sei milioni di euro Javier Pastore, mentre la Fiorentina che, per bocca del suo ds, non aveva bisogno di un giocatore delle caratteristiche del Flaco, a gennaio 2010 ha acquistato, sempre dalla società presieduta da Carlos Babington, Ariel Bolatti. Si potrebbe capire da questa semplicissima analogia di mercato il perché ieri al Franchi, soprattutto nel primo tempo, si è vista una squadra di calcio da alta serie A, ed una 'di serie C, incapace di essere qualsiasi cosa' come ha detto Marco Donadel nella zona mista del Franchi dopo la partita.

    Oggi la squadra rosanero può contare su una società di primo livello, con un presidente che sarà anche folcloristico e magari fin troppo tifoso, ma che è presente e ha messo su un gruppo di dirigenti, capitanati dal ds Sabatini, che non solo quando c'è da fare politica nel mondo del pallone non si tira indietro - leggi presenze in Lega Calcio - ma che sul mercato ha piazzato colpi nel recente passato da super squadra: da Pastore a Ilicic, passando per Munoz e Sirigu. Delio Rossi è un allenatore che insegna calcio e che solamente per il basso profilo nelle sue dichiarazioni non ha fino ad adesso guidato un top club. Il Palermo nel suo insieme è una formazione che, pur fra alcune incertezze, frutto dei suoi tantissimi giovani, gioca, ha grinta e determinazione, e mette in campo ogni singola energia, strappando applausi ai suoi tifosi che, adesso, possono sognare.

    La Fiorentina di contro ha un patron dimissionario che, spacciandosi per tifoso, ha iniziato da oltre un anno a fregarsene del progetto calcistico sportivo della squadra di cui è azionista di maggioranza; un presidente dimissionario che ha cercato, con il suo 'passo indietro' nell'organigramma societario, di forzare la mano ai vertici politico-istituzionali della città, per accelerare la procedura sul progetto Cittadella viola - obiettivo fallito, viste le recenti dichiarazioni del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi -; un direttore sportivo che è reduce da due sessioni di calciomercato in cui ha speso tanto e male, consigliato in maniera pessima soprattutto da un procuratore che ha fin troppi giocatori in rosa e che vive dei 'successi' parziali conquistati nel passato; un allenatore che non sa insegnare calcio ma, ad oggi, solo parlare molto e promettere troppo; ed una squadra che non ha né testa né coda, senza un'idea di gioco, completamente allo sbando negli eventi, abbandonata, non a torto, anche dalla maggioranza dei tifosi che ieri non hanno neanche avuto la forza di fischiarli.

    Si potrà dire che se Ljajic avesse segnato su rigore, magari la Fiorentina contro il Palermo avrebbe anche potuto vincere, ma il successo non sarebbe stato meritato e avrebbe nascosto quei difetti che, nel mondo viola, ci sono e iniziano dall'alto. Oggi la Fiorentina è un'idea di squadra di calcio, ma soprattutto non ha né un progetto tecnico a lunga scadenza né tantomeno societario. Scegliendo l'allenatore con la grinta, come Della Valle ha definito Sinisa Mihajlovic, si è cercato di scuotere un ambiente già destabilizzato dalla traumatica frattura con l'ex tecnico. La china che ha preso il mondo viola non solo ha ripercussioni sulla classifica, ma su tutta Firenze. Quella chiarezza che la gente invocava tempo fa, mai fatta, è un'idea confusa di calcio, che chi tifa Fiorentina non merita. Dopo la sconfitta con il Palermo sarebbero servite delle scuse, una scossa da parte dei fratelli Della Valle, ad esempio con un rilancio del progetto, nonostante l'evoluzione negativa sulla Cittadella Viola, per consentire, al di là della classifica, una sorta di ripartenza. Non è arrivato niente di tutto ciò e allora teniamoci Bolatti, che il Palermo si tiene il suo Pastore, mentre all'Huracan pensando a noi si fanno solo delle grasse risate.

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