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  • Violamania: tenetevi pronti...

    Violamania: tenetevi pronti...

    • Luca Cellini

    Quando ero bambino immaginavo la mia vita affettiva come una lunga storia d'amore con una ragazza che avrei conquistato in giovane età e che sarebbe rimasta con me per sempre. Era il tempo in cui tutti noi crediamo all'amore romantico, quello che dura per sempre e che non ha mai difficoltà durante il suo percorso. Poi arrivano le esperienze dirette e ti accorgi che la realtà è differente. Forse i Della Valle sono semplicemente dei romantici o più semplicemente delle persone abituate a sentirsi dire sempre di sì, se non immaginano che una storia d'amore, la loro con Firenze, possa crescere e continuare anche con qualche critica o discussione, pure a male parole, rimanendo nei limiti, senza offese. E' questa la riflessione che ho fatto leggendo la lettera rivolta da Diego Della Valle ad Oliviero Beha venerdì scorso, e dopo aver ascoltato le parole di Andrea Della Valle, soprattutto verso l'ex tecnico Cesare Prandelli, alla vigilia della trasferta di Catania.

    Premesso che queste apparizioni dell'ex patron sono un po' inspiegabili visto che ogni volta che si parla di Fiorentina o scansa l'argomento demandando tutto al fratello o lo fa per alzare polveroni che poi lasciano strascichi per lungo tempo, le ultime uscite del maggiore dei fratelli Tod's - dalle parole a La Gazzetta dello Sport del marzo scorso a quelle in cui si lodava Mihajlovic in quanto portatore di grinta, sino alla missiva per il giornalista de 'Il Fatto quotidiano' - sono peggio di quelle di Frey sui calci d'angolo. Credo sempre di più che Diego Della Valle conosca poco Firenze o che qualcuno non gli riferisca la realtà che circonda la Fiorentina. Abituato ad essere circondato da vip e da una stampa univocamente favorevole - avete mai letto una critica feroce di 'Vanity Fair' ad una collezione di scarpe o borse? - l'ex patron non si rende conto che, al contrario, il giornalismo di colore viola è fin troppo tifoso, e che qualche critica in più nel passato non avrebbe portato agli ultimi otto mesi, in cui su tutti i fronti si è caduti in basso, non solo in ambito sportivo.

    Sulle frasi di Prandelli uscite nei giorni scorsi non voglio entrare, perché sono schierato nettamente da una parte, e qualsiasi cosa dicessi sarebbe interpretata da chi mi legge come una mera posizione di comodo. Mi rivolgo invece idealmente ad Andrea Della Valle, con una doppia premessa. Possibile che solo dopo quattro mesi dal suo allontanamento un giornale non sportivo, il 'Nuovo corriere di Firenze', sia riuscito a chiedere al c.t. azzurro quello che tanti tifosi volevano sentirsi dire su una storia d'amore dal finale sciupato? Ma soprattutto: si ha il coraggio di non piegare la testa davanti a chi comanda, e si iniziano a fare domande serie, senza paura di essere tacciati per disfattisti o facenti parte della 'cricca'? Caro presidente dimissionario: cosa avrebbe dovuto fare Prandelli dopo il suo via libera alla Nazionale del maggio scorso? Ancora silenzio si aspettava dopo le gratuite critiche di Frey a 'bocce ferme'. Personalmente mi sono stufato di conferenze stampa estemporanee fuori dai campini, senza organizzazione, né volontà di delucidare su quesiti concreti. Desidero i Della Valle dentro il progetto viola come lo erano fino a prima di Calciopoli, seri e lucidi anche nell'accettare le critiche, ma li vorrei soprattutto dentro gli organigrammi della società, non un corpo presente ogni tanto ma allo stesso tempo giudicante una realtà che poco vive.

    Se poi ci sarà davvero questa serata con Diego Della Valle e Oliviero Beha, un faccia a faccia senza esclusioni di colpi, invito a partecipare il sindaco della città Matteo Renzi ed il presidente della regione Enrico Rossi. In modo che il vero azionista di maggioranza, Diego, possa risolvere la vicenda Cittadella in prima persona, e prendersi anche le sue responsabilità per la gestione di un club in 'stand by', dove i giocatori fanno ciò che vogliono, dove l'allenatore sparla più di quanto faccia il precedente sul passato remoto, e dove i dirigenti si accavallano in gesti e dichiarazioni che potrebbero risparmiarsi (dal referendum sulla Cittadella ai 'licenziamenti' di allenatori). Ho controllato il mio calendario e mi farei trovare libero, come tutta la Firenze che vuole bene alla Fiorentina, in qualsiasi data verrebbe decisa nel confronto. Nel frattempo un consiglio sincero ai vertici del club: parlare di meno, ed incassare qualche critica in più. Non è con richieste di risarcimento danni per articoli di critica o minacce di querela, che si costruisce un futuro sereno intorno ad una squadra, che di per sé fa tanta fatica a trovarne internamente. Consiglio di cuore, da chi vuole bene alla Fiorentina, anche se qualche volta, da amante alla sua amata, può esagerare con le critiche d'amore.
     


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