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  • Violamania:| Urge un salto di qualità mentale
Violamania:| Urge un salto di qualità mentale

Violamania:| Urge un salto di qualità mentale

Sono fin troppo generose le sufficienze affibbiate da vari giornali al tecnico della Fiorentina Vincenzo Montella per le scelte e la conduzione dalla panchina della sua squadra, uscita sconfitta dopo nove risultati utili consecutivi, sabato sera, dall'Olimpico. Perché se è vero che a Roma l'allenatore campano era privo di Ljajic e Camporese infortunati, e di Pizarro, in Cile per la scomparsa della sorella, è altrettanto vero che a partire dalla mossa 'mediatica' di portare Jovetic solo in panchina, passando per l'inopinata scelta di Cuadrado nel ruolo di seconda punta, fino a Olivera regista o Cassani esterno destro, bisogna parlare di errori gravi. Poi è vero, gli errori di Viviano hanno inciso, la straordinaria forma di Totti e compagni pure, però quando uno sbaglia è giusto dirlo, ed è giusto che questi si assuma le relative responsabilità.

Quel 'non siamo invincibili' rilasciato alla stampa dopo la gara di Roma è un'assoluzione per i propri uomini, ma anche un paravento per evitare di dire che quella Fiorentina è stata la copia sbiadita della squadra che, almeno fino a tre settimane fa, entusiasmava tutti. Nascondersi dietro gli alibi non serve, né rinfrancarsi con il risultato rimasto in bilico fino all'89'. La squadra sta avendo il suo primo vero momento duro da inizio stagione, e per uno spogliatoio rinato praticamente da zero, e formato quasi per intero da elementi stranieri, è possibile che si paghi dazio fisico e mentale. Ma è adesso che si deve capire se si può andare lontano o se bisogna accontentarsi. E' in queste ore, in cui i gigliati riprenderanno a lavorare - si spera con uno Jovetic utilizzabile a pieno -, che si saprà se Montella è un allenatore con la A maiuscola, o una promessa futuribile tutta da costruire. Sicuramente fino ad oggi i meriti del tecnico viola superano i demeriti, ma recentemente ha fatto scelte poco chiare ed ha è sembrato più vivo in sala stampa, che davanti alla panchina. 

A Firenze esiste una larga fetta di tifosi che sostiene sia un male come attaccare certi dogmi. Ma, ad esempio, proteggendo da quelli che erano errori tecnici e psicologici Emiliano Viviano, figlio della città di Dante, solo perché tifoso viola, quest'ultimo si è sentito fin troppo protetto da una piazza che quando ama lo fa in maniera spesso troppo intensa, quasi che ti voglia 'strangolare' nel suo abbraccio. Se qualcosa non funziona, è giusto dirlo, scriverlo, pensarlo. Sta  poi alla sensibilità e alla coscienza di chi subisce l’attacco valutare, riflettere e nel caso procedere di conseguenza. E' anche in questo piccolo momento buio per la Fiorentina, in una stagione che certamente non ricalcherà le ultime due pessime, che Firenze deve provare a fare il salto di qualità mentale. Crogiolarsi nel vittimismo o trovare solo elementi autoassolutori non ha portato a far crescere questa città dal Rinascimento fino ai giorni nostri, sotto tutti i punti di vista.

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