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  • Vivo x lei, Jacobelli: per Beretta 'tenuta eccellente presenze stadi'. Ma dove vive? Persi 2 milioni spettatori in 6 anni

    Vivo x lei, Jacobelli: per Beretta 'tenuta eccellente presenze stadi'. Ma dove vive? Persi 2 milioni spettatori in 6 anni

    Caro Direttore,
    il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha bacchettato i "presidenti scellerati" di serie A accusandoli di essere la causa prima della fuga dagli stadi e della crisi del calcio italiano, a livello di fatturati e competitività internazionali. Ho letto, invece, su calciomercato.com che il presidente della Lega, Maurizio Beretta, sostiene esattamente il contrario. Mi sa dire dove stia la verità?

    Barbara '85, ex amante del calcio (via Facebook)
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    Cara Barbara dall'autoqualifica quanto mai significativa, 
    per risponderle e capire subito che Malagò vive sulla Terra e lotta assieme a noi, mentre Beretta staziona su Marte, è sufficiente citare il "ReportCalcio 2014", che la Federazione Italiana Giuoco Calcio, di cui la Lega di A risulta fare ancora parte, ha pubblicato soltanto dieci giorni fa. 
    Il presidente del Coni ha preso giustamente a legnate alcuni pallonari: "Bisogna chiedersi perché, pochi anni fa, la serie A era il primo campionato al mondo e ora siamo scivolati indietro. Non disponiamo dei capitali degli sceicchi che hanno comprato grandi club all'estero, quindi dobbiamo trovare delle alternative, con una politica intelligente. Quando avevamo il vento in poppa, invece di spendere e spandere in ingaggi faraonici a giocatori non eccelsi, i presidenti avrebbero potuto investire qualche milione per fare un mutui e rifare gli stadi. È stata una scelta scellerata".

    Il presidente della Lega di A vive su un altro pianeta e sentenzia: "Il nostro è un campionato che continua a mostrare motivi di interesse. Ha eccellente tenuta sia negli ascolti tv sia nelle presenze negli stadi. Un campionato dove molte società hanno iniziato ad operare secondo le regole europee del fair-play finanziario e questo non è irrilevante. Possono esserci campionati con risultati che si chiudono prima o dopo, ma il nostro resta un campionato importante anche a livello internazionale, che guarda non solo ad una dimensione sportiva, ma anche al fatto di essere sostenibile nel tempo e questo è fatto nell'interesse del calcio, dei tifosi, delle società, dei calciatori e dello sport in generale".

    Dopodichè, poichè i numeri schiacciano le parole, uno va a spulciare il Report 2014,  presentato dal Centro Studi, Sviluppo ed iniziative Speciali della Figc, da Arel e da PwC e scopre che:
    1) sono circa 1 milione in meno gli spettatori registrati allo stadio nell'arco di in una stagione, fra serie A, B e Lega Pro.
    2) La flessione di spettatori tocca i 2 milioni nel periodo compreso fra il campionato 2008/09 e quello edizione 2012/13. 
    3) Complessivamente, nella stagione scorsa, il numero totale di spettatori negli stadi è stato di 12,3 milioni rispetto ai 13,2 milioni del campionato precedente (-6,4%). 
    4) I tifosi disertano gli stadi sempre più obsoleti e fatiscenti, perchè gi stessi hanno un'età media di 64 anni in A, 58 anni in B e la Lega Pro Prima Divisione, 56 anni in Lega Pro Seconda Divisione. 
    5) La media di pubblico presente alle partite di A, l'anno scorso, è stata di 22.591 spettatori: nella Bundesliga tedesca la media è stata di 42.624, in Premier League di 35.921, nella Liga spagnola di 28.237, nella A francese di 19.211. 

    Forse, adesso, lo sa anche Beretta. Che, per ricordare che cosa sia la fuga dagli stadi, dovrebbe piazzare questa foto alle sue spalle, nell'ufficio di via Rosellini. Ritrae l'eroico Arrigo Brovedani, unico tifoso friulano presente a Marassi lunedì 10 dicembre 2012, in occasione di Samp-Udinese. 

    x.j.

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