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  • Zavanella, il papà dello Juve Stadium: 'A Pisa ne costruirò uno ancora più bello'

    Zavanella, il papà dello Juve Stadium: 'A Pisa ne costruirò uno ancora più bello'

    • Marco Gentile

    Gli stadi italiani sono un problema ormai da anni, ma le istituzioni non vogliono far niente per ovviare ad un problema che in qualche modo potrebbe dare una mano all'economia del paese, visto il periodo di crisi che stiamo vivendo. In esclusiva per Calciomercato.com ha parlato l'architetto Gino Zavanella, capo progetto dello Juventus Stadium, che ha illustrato in maniera chiara questo problema che attanaglia il calcio italiano ormai da anni. Zavanella ha anche parlato di un importante progetto, legato allo stadio, per la città di Pisa che riguarda non solo la squadra di calcio ma l'intera collettività:

    Lei è il padre fondatore dello Juventus Stadium, ci può raccontare quanto tempo ci è voluto per arrivare alla progettazione di una struttura così all'avanguardia? "Per prima cosa dobbiamo dividere il tutto in due capitoli: inizialmente il merito va dato soprattutto ad Antonio Giraudo che ha voluto fortemente lo stadio di proprietà per la Juventus. L'idea di base era quella di non smantellare il Delle Alpi, dovevamo agire all'interno, eliminando la pista, ma mi creda era davvero una cosa di difficile realizzazione. In seconda istanza Jean Claude Blanc ha detto che il Delle Alpi andava demolito o non si sarebbe fatto il nuovo stadio. Alla fine è stata scelta questa squadra e devo dire che la Juventus quando si muove mobilita tante persone. Questo progetto è stato studiato nei minimi dettagli, ci sono voluti anni di studio e di visite ad altri stadi. E' merito di tutti quelli che hanno agito e non solo il mio".

    Ha parlato di anni, quanti circa? "Il progetto della Juve parte dalla stagione 2007-2008 ed è proprio lo stadio privato come è interpretato anche nelle altre parti d'Europa. All'avanguardi in tutto. La viabilità è importante, quindi quando si pensa ad uno stadio bisogna anche creare una rete urbanistica efficiente, tutto è collegato. Certo che negli anni poi cambia tutto e ce ne saranno di più evoluti ma ad oggi lo Juventus Stadium rappresenta davvero l'eccellenza".

    Adesso anche il Pisa, che milita in Lega Pro prima divisione, vuole fare uno stadio all'avanguardia, cosa ci può dire a riguardo? "A Pisa si terrà questo corso davvero importante organizzato dall'associazione geometri nazionali e da Geo Sport. Parteciperanno circa 300 giovani ragazzi che evidenzieranno questo problema degli stadi in Italia. Non esiste un modello di stadio, certo quello della Juve è una pietra miliare perchè è praticamente l'unico in Italia, ma in un momento come questo dove c'è crisi bisogna far capire alla gente che questa struttura non serve solo per la partita in sè, noi vogliamo dare alla popolazione un valore aggiunto. Lei pensi che a Pisa ci sono circa 35.000 studenti che vengono da fuori e 2 milioni di turisti, vogliamo creare un'alternativa a Piazza dei Miracoli. Lo stadio deve essere vissuto come un qualcosa che va anche oltre la semplice partita di pallone: all'interno quindi si possono creare musei dello sport all'avanguardia oppoure Kinderheim, negozi, teatri e tante altre attività. In alcuni stadi europei ho visto organizzare tornei di calcio balilla o gare di danza a coppie. Deve essere a disposizione della collettività per sette giorni su sette".

    Secondo lei si potrebbe ovviare al problema degli stadi con l'organizzazione di un Mondiale o di un Europeo? "Oggi siamo in una situazione economica davvero tragica. C'è bisogno che le squadre si patrimonializzino e come si fa? Ma naturalmente con lo stadio di proprietà. E' incredibile che abbiamo la legge degli stadi che giace da 5 anni in Parlamento, ci vuole uno snellimento burocratico e la capacità decisionale della Pubblica Amministrazione. Siamo la nazione con gli stadi più obsoleti al mondo, anche in Asia e in Africa sono più avanti che in Italia"

    Effettivamente ha ragione se si pensa che l'ultimo stadio rinnovato è stato il San Nicola di Bari prima dei Mondiali di Italia '90..."Lo stadio di Bari purtroppo è un Mammut collocato fuori dalla città di Bari che giace li e non è mai utilizzato durante la settimana se non per la partita in sè. Ecco noi a Pisa, lo tengo a ribadire, vogliamo creare qualcosa di nuovo che sia produttivo per la città. Naturalmente ogni territorio ha la sua storia e bisogna cercare una chiave di lettura per incastrare bene i vari tasselli, per non nuocere alla collettività ma per aumentare i benefici.

    Come possono fare le società italiane per ovviare a questo problema? "La cosa fondamentale è che le società si decidano a procedere. Ma il problema principale è che l'ammistrazione pubblica deve dare una risposta o positiva o negativa e non far rimanere le società nel limbo per un anno e mezzo. Se tutto è fatto nel rispetto delle regole e del buon senso non vedo il perchè i club non possano avere subito l'autorizzazione. Cerchiamo di far diventare lo stadio un movimento che entra nella cultura della popolazione, ripeto non solo come infrastruttura per il match-day, ma anche per attività ricreative di vario genere, come detto in precedenza".

     

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