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  • Zaza porta in testa la Juve: lezione imparata con fame, rabbia e incoscienza

    Zaza porta in testa la Juve: lezione imparata con fame, rabbia e incoscienza

    • Nicola Balice

    Il gol, sicuramente. Ma per capire cosa abbia Simone Zaza di speciale, si deve tornare indietro al suo ingresso in campo: passano una manciata di minuti e lui si getta su una palla morta destinata al fondo del campo, rubandola e costringendo Koulibaly al fallo. Ecco cos'ha di speciale: fame, rabbia, incoscienza. Nel bene e nel male, con tutti quegli eccessi che lo hanno portato ad esempio a rischiare anche a non esserci contro il Napoli, considerando quel veniale cartellino rosso rimediato nei minuti di recupero di Juve-Genoa. Pericolo scampato, una lezione nuovamente assimilata. Ed eccone un'altra che invece lo vede insegnante assoluto, perchè con quella stessa fame, quella stessa rabbia, quella stessa incoscienza, ha trasformato in oro colato un pallone a sua volta potenzialmente morto a partita quasi conclusa e con lo 0-0 che ormai sembrava risultato chiuso a doppia mandata. Doveva essere la notte di Dybala o Morata, di Pogba o Cuadrado. Invece è stata la sua notte magica, sul primo-primo posto stagionale della Juve c'è impresso a caratteri cubitali il suo di nome. A simbolo di una Juve nuovamente operaia se necessario, al cospetto di un Napoli forte fortissimo ma che è andato a sbattere contro una rosa più profonda di quanto si potesse immaginare in estate prima, nel post-Sassuolo poi, ed anche in questi stessi giorni pre-partitissima. 

    CHE REAZIONEZaza ha quindi risposto meglio di quanto potesse immaginare alle critiche che a livello comportamentale e di maturità lo hanno accompagnato in questa stagione. Con quello che meglio sa fare: il gol. Sicuramente il più importante della stagione e della sua carriera fino ad oggi. Una rete che abbassa nuovamente la sua media realizzativa ad un gol ogni 73 minuti, riportando la sua candidatura prepotentemente d'attualità in attesa del rientro di Mario Mandzukic. Anche perché dopo i quattro gol segnati tra Inter e Chievo Verona, Morata si è nuovamente inceppato: sono 7 i gol segnati dallo spagnolo contro gli 8 di Zaza, ma con l'ex Real che ha fin qui avuto bisogno di 254 minuti per ognuna di quelle reti, praticamente più del triplo di Zaza di cui sta diventando inseparabile amico. E che sempre di più si sta dimostrando all'altezza della Juve, che sempre di più si sta dimostrando un problema da gestire: ma quello che entra e segna, quello che spezza gli equilibri, è davvero un bel problema da gestire. 

    E RUGANI... Ma tra dei giganti come Bonucci, Barzagli e Buffon, questa è stata anche la serata di Rugani. Lui sì che è rimasto sempre saldamente in coda alle gerarchie di Allegri, dopo l'infortunio di Bonucci non c'era più nessuno che potesse impedirgli di scendere in campo. E a sua volta di dimostrarsi all'altezza della situazione, muovendosi al fianco di Barzagli nel migliore dei modi per continuare ad annullare un mostro come Higuain. Si è detto tante volte, questa può essere però l'occasione più giusta per riprovarci: la stagione di Rugani comincia da qui. In attesa che si capisca l'entità dell'infortunio che ha costretto Bonucci alla sostituzione, magari senza che debba essere necessaria la moria dei difensori bianconeri per fare in modo che Rugani abbia una nuova possibilità.


    @NicolaBalice

     


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