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  • Zazzaroni: 'Juve: Antonio e Marcello...'
Zazzaroni: 'Juve: Antonio e Marcello...'

Zazzaroni: 'Juve: Antonio e Marcello...'

  • Ivan Zazzaroni - Blog per Radio Deejay

Conte vi ricorda tanto Lippi? A me pochissimo. Lippi, anche il primo Lippi juventino, autunno 94, non avrebbe mai abbracciato e baciato i suoi – tutti, uno dopo l’altro – per una vittoria sul Milan alla quinta. Lippi in panchina non era un “urlatore”. E si presentava davanti alle telecamere con la stessa voce di inizio gara: non contemplava abbassamenti, né eccessi. Lippi aveva Del Piero. Anche Conte ce l’ha. Lippi fumava il sigaro. A Conte è vietata la sigaretta. E poi Conte non può, né vuole essere Lippi: la partita la soffre in maniera diversa, più fisica; la sconfitta la considera “una morte che dura due giorni”. Inoltre Conte lascia a sedere Matri, Del Piero, Quagliarella, Toni, Iaquinta e Amauri per ottenere attraverso il movimento di Vucinic, una seconda punta impiegata al centro, l’equilibrio che gli serve. Dai giocatori Conte pretende l’adesione totale al progetto tecnico. Non solo Conte, tutti gli allenatori che conosciamo l’inseguono. Conte però la ottiene in fretta.

Per Conte la società deve essere verticistica, senza passaggi intermedi: il presidente e l’allenatore. Lippi di riferimenti ne aveva due in più, e fondamentali. Lippi era il bello assoluto, Conte al massimo è un tipo. Conte è il capitano, Lippi al massimo il comandante. Della nave.

Domenica sera Conte mi è piaciuto parecchio quando ha risposto con un sorriso e un precedente barese a una battuta di Gene Gnocchi sui capelli “sintetici”. Pochi minuti prima era stato addirittura eccezionale mettendola sul ritmo e sugli inserimenti di Pepe, Marchisio e Vidal. Conte sa esattamente quello che vuole, per questo ha tagliato Ziegler, bocciato Bastos, azzerato temporaneamente De Ceglie e Grosso e inventato il Chiellini di centrosinistra: parte largo e a forza di diagonali ben fatte dà una mano a Barzagli e Bonucci. Ho letto che Conte è un supermotivatore: è questo e tanto altro, è un allenatore nel senso più completo del termine, uno che lavora con attenzione sulla parte tattica e non si accontenta della gestione delle risorse: è partito da un tema, il 4-2-4 e, strada facendo e subendo, ha cominciato a svolgerne un altro, il 4-5-1 che per renderlo più attuale e sofisticato viene fatto passare per un 4-1-4-1. Conte, come Lippi, ha sette, otto titolarissimi e quattro variabili a gara, ed è juventino naturale, Lippi lo è diventato vincendo.

Tanto Antonio quanto Marcello sono stati presi per seppellire il passato più recente. Antonio & Marcello: se mi legge Guardì li fa cantare a Mezzogiorno in famiglia.

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