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  • Zenga: 'Ho rifiutato delle panchine aspettando l'Inter'

    Zenga: 'Ho rifiutato delle panchine aspettando l'Inter'

    Walter Zenga, collegato da Dubai ospite con Lino Banfi della trasmissione “Pezzi da 90” sull’emittente umbra Radio Onda Libera, ha parlato della serie A e degli scontri al vertice con la Supercoppa nel mirino: "Juve-Napoli è una finale con tutte le incognite del caso al di là dei valori espressi in campionato. Sarà una partita vera, senza pronostico scontato. Juve-Roma? A gennaio la Roma non avrà Gervinho e questo potrebbe pesare. Il duello è destinato a proseguire. Per il terzo posto non vedo una squadra superiore, c’è un grande equilibrio".

    Zenga dà anche i suoi Oscar del 2014: "Al top vedo Di Francesco e Sarri che stanno facendo un lavoro eccellente con Sassuolo ed Empoli avendo in organico tanti italiani. Sono al top anche le due squadre genovesi, e merita Stramaccioni che all’Udinese sta facendo bene”.


    Impossibile non palrare di Inter con Walter Zenga: "Vedremo cosa dirà il futuro, aspettiamo. Ho iniziato ad allenare più di dieci 10 anni fa negli Stati Uniti, ho fatto il mio percorso. C’è chi nasce con la camicia e chi deve comprarsela. Io me la sono andata a comprare e ho imparato a distinguere. Ormai l’Inter è per me un discorso chiuso e abbondantemente seppellito"

    L'ex 'Uomo Ragno' parla anche del suo possibile futuro in Italia: "Ho fatto una scelta di vita, sto con la mia famiglia a Dubai in un posto dove la qualità della vita è altissima. Ho concluso l’esperienza con Al Jazeera e mi sono preso una pausa di riflessione, direi un anno sabbatico. Mi guardo attorno e penso positivo, vedremo quel che succederà. Chiudere le porte a qualcuno o a qualcosa non va bene. Ho avuto delle opportunità durante questi mesi e le ho accantonate perché avevo in mente che potesse accadere qualcosa per tornare all’Inter".


    Sul calcio italiano in crisi: "Di settori giovanili bisognava parlarne prima perché ci si può ragionare adesso per 10 anni. Ho citato proprio Di Francesco e Sarri perché hanno tanti giovani e italiani. Anche il Cagliari è un esempio. Se si prende uno straniero deve alzare il livello, mentre quelli arrivati sono bravi quanto i giovani italiani”.


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