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  • ZONA MISTA, Pippo Russo: si compra, si compra, ma che sia del Chelsea...

    ZONA MISTA, Pippo Russo: si compra, si compra, ma che sia del Chelsea...

    Certi titoli di prima pagina andrebbero psicanalizzati più che letti. Facevo questa riflessione sabato scorso mentre osservavo lo strillo del Corriere dello Sport-Stadio dedicato al calciomercato: "SI COMPRA!". Con tanto di punto esclamativo a segnalare che, ohibò!, finalmente si fa sul serio e il mercato dei club italiani si riavvicina ai bei tempi in cui pareva non dovessero esserci limiti di spesa. Si sa com'è: se c'è una cosa peggiore dell'essere poveri, e l'esserlo dopo avere conosciuto la ricchezza. Specie se smisurata, nell'irresponsabilità più che nelle risorse. Questo era la condizione che i quotidiani sportivi raccontavano fino a soltanto un lustro fa. Ed erano le cronache di un interminabile baccanale. Sicché c'è da capire se, costretti a raccontare anni di Quaresima, essi accolgano ogni minimo bagliore come se fosse il ritorno dei giochi pirotecnici. E così è stato sabato per i colleghi del Corsport, ma un atteggiamento analogo lo si può riscontrare anche nelle cronache degli altri due quotidiani sportivi e nelle coperture informative delle tv che al tema del calciomercato dedicano spazi appositi.

    Nello specifico, i "colpi" di mercato sbattuti in prima pagina dal quotidiano romano erano tre. Due timbrati con tanto di "FATTO!", etichetta che sin dai tempi del primo Governo Berlusconi non risulta propizia. Il terzo era indicato addirittura come "VICINO!". Come a dire che l'unica certezza era il punto esclamativo. Gli affari "FATTI!" riguardavano il trasferimento di Samuel Eto'o alla Sampdoria e quello di Jesus Fernandez Saez, al secolo Suso, al Milan. Due esuberi della Premier League, ma questo non si dice. Il primo, che proprio "FATTO!" non era mentre il giornale andava in edicola e a dirla tutta non lo è nemmeno adesso, lascia l'Everton per tornare in Italia dove ha continuato a tenere casa e famiglia. A Genova lo aspetta Massimo Ferrero, bello carico come al solito e intenzionato a produrre un film sul camerunense. Un po' perché dal suo punto di vista il calcio e il cinema (cinepanettone mood) sono la stessa cosa, ma soprattutto perché è meglio deviare l'attenzione dall'affare Correa, il talento argentino in odore di fondi d'investimento che sarebbe l'acquisto più significativo di questa sessione di calciomercato. Sarebbe. Perché giusto sabato scorso, cioè il giorno di "SI COMPRA!", un Sinisa Mihajlovic sempre più ingrugnito ha detto di lui nella conferenza stampa pre-partita: "Per vederlo in campo ci vorranno tre, quattro mesi".

    Che se la matematica non è un'opinione significa un arrivederci al prossimo campionato. Sempre che per allora l'argentino non sia al Manchester City, ma questa fate finta che non l'abbia scritta. Meglio tornare su Eto'o, cioè sull'affare "FATTO!" o quasi. L'ex interista molla la Premier, cioè il campionato più importante del mondo, per tornare nella declinante Serie A. Probabile che non abbia più il fisico per le mischie nelle esigenti aree di rigore della Premier, ma in compenso ha ancora abbastanza energia per svolgere al meglio l'altra attività in cui aveva dimostrato di eccellere durante la precedente avventura calcistica italiana: le scorribande nelle vie dello shopping milanese. Giusto per dire che, comunque vada a finire la trattativa con la Sampdoria, "SI COMPRA!". E crepi l'avarizia.

    L'altro esubero è Jesus Fernandez Saez in arte Suso, spagnolo del Liverpool che a differenza di Eto'o è ancora in età verde. Giunge al Milan all'età di 21 anni, la stessa di Riccardo Saponara quando due estati fa approdò in rossonero. Adesso che di anni ne ha 23 Saponara torna a Empoli, dopo aver fatto arredamento in una squadra che durante un anno e mezzo gli ha preferito persino il simulacro di Essien. Un altro passato dal Chelsea come Eto'o. E come Fernando Torres. E come Van Ginkel. Ma queste sono solo coincidenze. Si sa invece per certo che alla verde età di 21 anni Suso, in questo spezzone di stagione, ha giocato al Liverpool meno di Balotelli. Molto meno. Per niente, a dirla tutta. Per lui, nella Premier 2014-15, soltanto una panchina contro l'Everton, cioè contro Eto'o. Poi solo tribune e sette mancate convocazioni per un infortunio all'inguine. Adesso lo spagnolo ha davanto un paio di anni scarsi per non fare la fine di Saponara. "SI COMPRA!", oh yes!

    E poi c'è il "VICINO!", l'egiziano Mohamed Salah che sarebbe inseguito dalla Roma. Terzo esubero, su tre, della Premier League. Indovinate un po' qual è il club che attualmente lo ha sotto contratto? Ma il Chelsea, of course! Nella stagione attuale Salah ha giocato la bellezza di tre (tre!) partite in Premier. E mica intere, nossignori: tre spezzoni da subentrato per complessivi 30 minuti. Il più lungo della durata di ben 18 minuti, sul campo del Tottenham Hotspurs. Dice che per accaparrarsi le prestazioni di cotanto fuoriclasse i giallorossi debbano rintuzzare la concorrenza dei turchi del Besiktas. Ma Sabatini non molla, e perché dovrebbe? La scorsa estate ha già realizzato un affarone col Chelsea (aridaje): Ashley Cole, quello che nemmeno il tempo di mettere il piede a Roma e già si pensava a come sbolognarlo sul mercato di gennaio. Stando a un'indiscrezione del Times, Salah e Cole si sarebbero sentiti telefonicamente. Probabile che si sia parlato delle condizioni di una beauty farm di nome Trigoria, dove pare che i calciatori foresti possano svernare serenamente. Per ulteriori informazioni telefonare Paredes, o Sanabria, o Uçan, o Emanuelson. Ma a patto d'iniziare la conversazione pronunciando la parola d'ordine: "SI COMPRA!".

    È quando mi trovo davanti a titoli come quello del Corriere dello Sport-Stadio che penso quale misteriosa malattia contagi noi calciofili italiani, tuttora convinti che si debba per forza comprare sul calciomercato. Anche quando non ce ne sarebbe bisogno, o quando quegli acquisti hanno molta probabilità di rivelarsi superflui. Come se comprare calciatori fosse di per sé indice d'esistenza in vita. Soprattutto, è in queste circostanze che mi tornano in mente le parole dell'amico argentino Daniel Martinez, corrispondente dall'Italia di ESPN: "Sai qual è la differenza fra i tifosi italiani e quelli argentini? Voi chiedete ai presidenti: 'Chi si compra per il prossimo campionato?'. Noi invece chiediamo ai presidenti: 'Quale ragazzo delle giovanili esordisce nel prossimo campionato?'. Ecco la differenza".Amen. E ora mano al portafoglio.

    Pippo Russo
    @pippoevai

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