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  • Gambe e cervello:| Pioli alza i giri al motore

    Gambe e cervello:| Pioli alza i giri al motore

    Silenziosi, onnipresenti, fondamentali. Sono gli uomini di Stefano Pioli. Braccio e mente. Lo staff dell'allenatore emiliano è composto da amici, professionisti, compagni di viaggio. Tutto in uno. Perché l'unione fu (e non è un errore di battitura) la forza.
    Ma anche perché al Chievo funziona così. O sei fuori.
    Dunque, ecco lo staff gialloblù: vice di Pioli è Giacomo Murelli. A Graziano Vinti sono stati consegnati i portieri. La preparazione atletica è curata da Matteo Osti. Preziosi collaboratori sono Luigi Posenato, specializzato nel recupero infortuni e Davide Lucarelli, che ricopre il ruolo di collaboratore tecnico. Ci sono tutti? Bene, allora il viaggio può incominciare.

     

    FATAL BOLOGNA. Il professor Matteo Osti, 39enne di Ostiglia, scalda i muscoli dei ragazzi di Pioli. Mille dati finiscono dentro al suo «cervellone».
    Gli studi del «prof» servono per monitorare la situazione di una squadra che cresce piano. E corre. «Il 29 agosto arriveremo pronti per il campionato», assicura Osti. «Abbiamo lavorato per assicurare costanza di rendimento. Sperando anche nella crescita».
    Il professore e Pioli si sono incontrati per la prima volta a Bologna, quando il tecnico era all'inizio della sua carriera, chiamato a guidare gli Allievi della società rossoblù.

    Il feeling è stato immediato e, dopo la separazione, è stato di nuovo contatto.
    Pioli era stato scelto per allenare la Primavera del Chievo, Osti è rimasto per tre anni nelle giovanili del Bologna.
    Poi hanno iniziato a camminare assieme. Fino ad oggi.
    Curiosità di campo? Il profe dice tutto. A partire dal più brillante d'inizio stagione, ovvero «Luciano». E «il più esplosivo? Granoche. Il più veloce? Jokic. Il più completo? Bentivoglio». Davide Mandelli, ancora alle prese con i postumi di un'operazione al ginocchio, e Mariano Bogliacino, arrivato a preparazione in corsa, «entreranno in forma un po' più avanti rispetto agli altri».
    Ma questo è comprensibile. Ci vuole pazienza.


    NELLE MANI DI VINTI. Graziano Vinti, 47 anni di Perugia, è un deja vu. Lui è già stato al Chievo. «E nella mia carriera», ammette, «ho avuto la fortuna di allenare grandi campioni».
    Da calciatore Vinti ha iniziato nella sua Perugia: giovanili e sette anni di prima squadra. Poi Venezia, Barletta, Palermo, Pistoia, Atletico Catania, Ancona, Trieste e Sassuolo.
    Quando ha smesso di giocare e si è scelto il ruolo di preparatore ha iniziato sempre da Perugia, poi tre anni al Chievo, il Piacenza, e l'anno scorso il Lecce. «Con Pioli ho avuto modo di lavorare a Piacenza», ricorda. «Ci siamo ripromessi, non appena si fosse creata l'occasione giusta, di tornare insieme. Ed è successo qui. Sono contento perché questa per me è una seconda casa. D'altra parte ho allenato grandi portieri qui a Verona: Marchegiani, Julio Cesar, Fontana. E adesso c'è Sorrentino. Non voglio dimenticare, però, Kalac e Seba Rossi».

     

    UN VICE PERFETTO. Giacomo Murelli, 46 anni, originario di San Secondo parmense, è invece l'alter ego di Pioli.
    L'uomo giusto. Perché i due si conoscono da una vita. «Siamo cresciuti insieme nel Parma», conferma lui.
    Poi è iniziato il viaggio separato tra i professionisti. E Murelli, terzino di fascia destra, ha macinato molta strada: Parma in C1, poi la serie A con l'Avellino, quattro anni a Padova sempre in A, Taranto in B, l'avventura di Bologna, e la bella storia di Brescello dove ha vinto il campionato di C2.
    Per chiudere tre anni in serie D al Crociati Parma. «Ho iniziato quindi», spiega, «la carriera di allenatore giocatore al Suzzara dove ho vinto tre titoli: campionato di Promozione, Coppa Italia e Supercoppa».

    Murelli è stato poi al Modena di Malesani come collaboratore tecnico ed ha fatto da vice a Pioli sembra nel club canarino in serie B.
    I due amici si sono ritrovati dopo tanto tempo. Senza più lasciarsi. Lui conosce bene il mister. «Un pregio? Massima professionalità, grande conoscenza della materia calcio, serietà. Difetto? A volte è fin troppo pignolo», racconta. «Al Chievo ritroviamo insieme la serie A. Per tutti sarà un bellissimo banco di prova». 


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