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  • Gol, assist e belle macchine:| Il Toro scalda Birsa

    Gol, assist e belle macchine:| Il Toro scalda Birsa

    Gol, assist, punti in banca e belle macchine: magari si vede poco, ma quando lo incroci non passa mai inosservato. In campo e fuori, lascia la traccia Valter Birsa, lo straniero più italiano del campionato: è nato a San Pietro, frazione slovena di Vertoiba, località che dista cinquecento metri dal confine con Gorizia, città con cui fino al 1945 era sotto la stessa bandiera. L’ex Genoa riaccende i motori nella settimana che potrebbe rilanciarlo titolare contro la squadra, il Parma, con cui all’andata esordì in granata. Finì 1-3 all’Olimpico, non il migliore dei battesimi: ma quello era un altro Toro, e lui – che giocò gli ultimi 15’ subentrando a Vives – un giocatore ancora acerbo per gli schemi di Ventura, tra l’altro appena rientrato da un infortunio.  

    Finora, Birsa non ha mai bucato le occasioni concesse ed è il migliore dei suoi per minuti giocati e gol segnati, grazie ai quali il Torino ha guadagnato quattro punti. ll suo apporto in attacco è stato quasi sempre decisivo. Al primo vero spezzone di gara, a fine novembre, infilza la Fiorentina e permette al Toro di pareggiare; alla prima da titolare, il 16 dicembre contro il Genoa, confeziona a Bianchi il cross del vantaggio; un mese dopo alla sua ultima gara dall’inizio (contro il Siena) recapita al capitano l’ assist del 2-1. A metà febbraio contro l’Atalanta decide la sfida con il gol del 2-1 all’ 87’.  

    Birsa nella vita ama correre: a Genova girava con una Ferrari F430, poi distrutta in una galleria; a Torino guida una Bentley bianca altrettanto appariscente. Ma nel lavoro ha dovuto un po’ tirare il freno negli ultimi anni, dopo un avvio di carriera folgorante: ha cominciato da regista, ma si è presto trasformato in seconda punta. Serie A a 17 anni con il Primorjie, a 18 debutta in Coppa Uefa con il Gorica e raggiunge pure la Nazionale: è il giocatore sloveno più giovane ad esordire con la selezione del suo paese. Dopo il titolo di vice-capocannoniere con 19 gol e il premio di miglior giocatore dell’anno, passa in Francia al Sochaux, dove viene fatto giocare da trequartista, e poi all’Auxerre con cui sbarca anche in Champions League. Insomma, è un giocatore che ha già una certa esperienza quello che a 25 anni approda a Genova. Dove invece di consacrarsi, naufraga con tutta la squadra, che rischia addirittura la serie B. «Capitolo chiuso, non voglio parlarne». Arriva Ventura, che gli dà una nuova dimensione tattica: l’esterno. E Birsa, grazie alla sua grande disponibilità, torna pian piano a volare. «Si sta inserendo bene, sta crescendo: il Toro lo considera per progetto che ha in testa», rivela il suo agente Simone Canovi.  

     

    Se il calcio è una «questione di attimi» – sono parole del presidente Cairo –, il calciatore più concreto del Toro sarà pronto a cogliere il suo. Che occasione, per lui: la squalifica di Cerci, che lascia il posto dopo diciotto giornate consecutive da padrone sempre più assoluto della fascia, ha aperto una voragine sulla corsia di destra. Ventura sarà costretto a cambiare e Valter Birsa è il sostituto naturale dell’inamovibile compagno di reparto. Già ieri, alla ripresa della preparazione, è stato impiegato nel ruolo di Cerci nella stessa squadra di Bianchi e Barreto. E per testarlo, gli ha messo contro il terzino sinistro titolare Masiello. La prima risposta è stata positiva e Birsa ha anche segnato.  

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