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  • Sampmania: squadra in gita scolastica, merita la bocciatura

    Sampmania: squadra in gita scolastica, merita la bocciatura

    • Lorenzo Montaldo
    La cosa che fa più incavolare, della Sampdoria, non è l'indolenza. Quella per certi versi è insita nella squadra, va estirpata, ma fa parte della fibra più profonda dei blucerchiati. E' un aspetto del carattere difficile ma non impossibile da concepire. Non è neppure la mancanza di attributi, anche quelli una squadra o ce li ha o non ce li ha. Quello che fa incavolare più di ogni altra cosa è la sindrome da vacanze estive.

    Chi guarda la Samp si attende, a ragione, il massimo impegno sempre e comunque. Invece il Doria di questa stagione è uno studente svogliato. Finisce il compitino il prima possibile, in fretta e furia, e poi con la testa va in vacanza. Pensa al mare, al sole, alla spiaggia -magari qualcuno guarda alla Francia e a Euro 2016, ma sono in pochi - e probabilmente c'è anche chi pensa al calciomercato. Ma da vivere in prima persona, non sotto l'ombrellone leggendolo sul giornale. E dire che dopo la Lazio avevamo celebrato (io per primo) la vittoria di una squadra che era parsa, forse per la prima volta in questo 2015-2016 da incubo, vera.

    La Sampdoria durante l'annata in corso è andata in vacanza tre volte. Ci è andata dopo il derby, anzi, a metà partita. E' stata richiamata per evitare la bocciatura, e sembrava essere riuscita a raddrizzare la situazione all'ultimo esame, grazie alla doppia sufficienza rimediata contro Frosinone e Verona che aveva riportato la media al tanto agognato '6'. E' tornata in vacanza con il Chievo, ma la Serie A è una professoressa esigente, e ha subito riportato all'ordine i blucerchiati. Le ultime quattro gare sembravano aver certificato una maturazione mentale: dopo la vittoria da (quasi) salvezza con la Lazio, la squadra di Montella è tornata a pensare ai tre mesi senza scuola. Dimenticandosi che nel frattempo era attesa da una trasferta a Palermo, da un derby e dalla sfida con la Juventus.

    La Sampdoria in Sicilia ci è andata in gita scolastica. Ma è volata al Barbera per passatempo, di certo non per imparare qualcosa di nuovo o per crescere. Eppure tutti a Corte Lambruschini, dal vertice sino all'ultimo dei giocatori, dimenticano una cosa fondamentale: anche vincendo tutte le ultime partite prima della fine della stagione (obiettivo peraltro già svanito) la valutazione di questo campionato sarebbe rimasta profondamente insufficiente.

    Dal Vojvodina al Palermo passano 9 mesi, due allenatori, tantissimi giocatori e 1.600 km, quelli che separano Torino dalla Sicilia: ma per il resto, altre differenze non ce ne sono. Di sicuro non se ne vedono a livello di atteggiamento. E la bocciatura purtroppo la Samp in questo momento la meriterebbe. Non meriterebbe la B, magari, sarebbe una punizione eccessiva. Ma di trascorrere l'estate a studiare per recuperare in vista della prossima annata, quello si. 

     

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