Toromania: 2015, l'anno delle imprese
Dopo la partenza di Darmian e gli arrivi di Baselli, Zappacosta e Belotti, il Toro riparte, questa volta con un obiettivo Europa dichiarato non troppo celatamente. Tra agosto e settembre i granata volano, ritrovandosi nelle primissime posizioni e viaggiando sulle ali di un entusiasmo contagioso. A Modena, contro il Carpi, oltre tremila tifosi colorano il Braglia: c’è l’occasione di vivere una notte da capolista solitaria a distanza di trent’anni. La squadra fallisce e perde contro l’ultima in classifica, e da lì qualcosa si rompe. La squadra di Ventura comincia a faticare, non vince per oltre un mese e, quando sembra essersi ripresa, viene umiliata nel derby di coppa Italia contro la Juve. Quella partita rappresenta il punto più basso dell’anno, sotto tutti i punti di vista: non solo del gioco e della prestazione, ma anche del rapporto con la propria tifoseria, che contesta i propri giocatori. E’ stato comunque un anno spettacolare e memorabile, condito ancora dalla posa della prima pietra del Filadelfia e, purtroppo, dalla scomparsa di un uomo importantissimo per il Toro come don Aldo Rabino. Nonostante quest’ultima settimana, tra il tracollo dello Juventus Stadium e la sconfitta interna contro l’Udinese, un “grazie ragazzi” ci sta tutto.
Emanuele Pastorella