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  • -100 a Tokyo 2020: le Olimpiadi più care di sempre fra incognite, angosce e speranze. L'azzurro sarà a tinte rosa?

    -100 a Tokyo 2020: le Olimpiadi più care di sempre fra incognite, angosce e speranze. L'azzurro sarà a tinte rosa?

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Così lontane, così vicine. Le Olimpiadi. Mancano 100 giorni. Non è una rincorsa, come è sempre successo in passato. Ma è una corsa ad ostacoli. Tutti - atleti e spettatori - carichi di affanno e angoscia, ma anche di speranza. E ogni giorno: molte preoccupazioni, poche certezze. La situazione sanitaria è in continua evoluzione, si naviga a vista. Certo: i Giochi Olimpici si disputeranno, fino a prova contraria.

    La fiaccola olimpica sta già attraversando il Giappone. E’ partita da Fukushima il 25 marzo, anche se ad accompagnarla non c’è nessuno. Una marcia di avvicinamento seguita in streaming, come tutta la vita che abbiamo vissuto in quest'ultimo anno segnato dalla pandemia. Cerimonia d'apertura il 23 luglio, giù il sipario l'8 agosto. Niente globalizzazione, i tempi non lo permettono.

    In passato solo le due guerre mondiali avevano fatto saltare i Giochi. Stavolta sono state rinviate, le Olimpiadi, ma non rinominate. Il nome resta lo stesso. Come a voler fermare il tempo, come se un anno non fosse passato. Il marchio sarà ancora Tokyo 2020, anche se sarà già 2021. Questioni di merchandising. In ballo ci sono miliardi di diritti televisivi: impossibile rinunciarvi. Saranno i Giochi più cari della storia: costeranno 28 miliardi di dollari, così ha calcolato “Nikkei”, il quotidiano finanziario giapponese. Il budget è aumentato spaventosamente, il comitato organizzatore ha trovato nuovi sponsor in corso d’opera.

    E’ la seconda Olimpiade per Tokyo, che ha già ospitato i Giochi nel 1964. Sarà tutto nuovo, tutto diverso, tutto da scoprire. Tutto - questo è sicuro - avrà un tono dimesso e ci apparirà dentro una bolla. In Giappone i numeri della pandemia fanno paura. Il Paese ha approvato un solo vaccino (Pfizer), si procede a rilento. Saranno Giochi col distanziamento sociale. Previsto solo pubblico giapponese. Niente spettatori in arrivo dall'estero: il CIO l'ha vietato.

    Eppure: gli stessi giapponesi non le vogliono, queste Olimpiadi. Ne avrebbero fatto volentieri a meno. Temono l’ondata di contagi. Il Villaggio Olimpico sarà blindato, gli atleti verranno trattati alla stregua di prigionieri. Sono attesi 11.000 atleti da tutto il mondo. Sono già stati avvisati: niente gite in città, dovranno rimanere nella loro palazzina. Tampone ogni quattro giorni. Già attrezzata una palazzina-hotel con 300 camere per gli atleti contagiati, in modo da isolarli.

    Saranno più di 300 gli atleti italiani, più o meno la spedizione si attesterà sui numeri di Rio 2016: furono 314 gli azzurri che gareggiarono in Brasile. Le speranze azzurre parlano al femminile. Sarà la quinta Olimpiade per la Divina, Federica Pellegrini; la prima per Larissa Iapichino. Le medaglie arriveranno in Italia all’ora di pranzo, ci sono sette ore di fuso tra Tokyo e Roma. Vedremo nuove discipline: karate, surf, arrampicata e skateboard. Ci saranno atleti russi, ma senza bandiera: la Russia è stata esclusa per doping. Molto probabilmente non vedremo grandi record o prestazioni memorabili. Non bisogna dimenticare che gli atleti - tutti - arriveranno a questi Giochi dopo un anno di lockdown, dopo una stagione di restrizioni, dopo mesi e mesi senza gare, settimane passate ad allenarsi in maniera casalinga.

    Molte le incognite, ma c’è l'attesa di chi sa che questi Giochi possono diventare un nuovo punto di partenza non solo per lo sport, ma per l'intera umanità. Una piccola luce la custodisce la mascotte ufficiale. Si chiama Miraitowa e il nome unisce le parole “futuro” e “eternità”. Tokyo 2020, dunque. 23 luglio-8 agosto: due settimane per provare a ritrovare un po’ di normalità. Tutti i Giochi su Eurosport, la Rai ha diritti per circa 200 ore di gare. Ci sono anche le Paralimpiadi, che si terranno dal 24 agosto al 5 settembre. Poi sarà la volta di Parigi 2024 e di Los Angeles 2028, nella speranza che il mondo - cambiato - sia tornato quello di prima. 

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