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  • 3000 emendamenti fanno slittare il dibattito pubblico per San Siro: ecco perché il Milan valuta lo stadio a Sesto

    3000 emendamenti fanno slittare il dibattito pubblico per San Siro: ecco perché il Milan valuta lo stadio a Sesto

    • Redazione CM
    La visita nei giorni scorsi al sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano da parte del nuovo proprietario del Milan Gerry Cardinale è il segnale che per quanto riguarda il dossier stadio qualcosa stia cambiando. Attraverso il suo presidente Paolo Scaroni, il club rossonero ha espresso la necessità di definire la questione in tempi rapidi e i nuovi rallentamenti sopraggiunti in merito al progetto in condivisione con l'Inter del nuovo San Siro stanno portando alla valutazione di un piano B. In solitario.

    I TEMPI SI ALLUNGANO - Tanto Elliott - che resterà azionista di minoranza proprio per portare avanti la questione dell' impianto di proprietà - quanto RedBird ritengono imprescindibile la costruzione di una nuova casa del Diavolo per aumentare il fatturato del club e la crescita del valore del brand. E quanto riporta quest'oggi Il Corriere della Sera in relazione alla questione San Siro sembra avallare la decisione del Milan di prendere seriamente in considerazione l'ipotesi dell'area Falck di Sesto. Per il quotidiano milanese, infatti, i tempi per il dibattito pubblico coi cittadini sull'utilità del nuovo stadio rischiano di dilatarsi sensibilmente: colpa delle lungaggini burocratiche per l'approvazione del bilancio comunale, su cui pesano qualcosa come 3000 emendamenti. Mani legate per il sindaco di Milano Beppe Sala, che nelle scorse ore ha rinnovato l'appello ad Inter e Milan a fare chiarezza circa la loro intenzione sul progetto San Siro, ma che rischia di rimanere col cerino in mano.

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