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  • 40 anni fa la Pistoiese conquistò la Serie A, Lippi a CM: 'Eravamo vecchi ma in gamba. E Guidolin....'

    40 anni fa la Pistoiese conquistò la Serie A, Lippi a CM: 'Eravamo vecchi ma in gamba. E Guidolin....'

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Pistoiese 79-80. Quarant’anni fa conquistò la Serie A, dove giocò un solo campionato per poi tornare in B, in C1, in C2, fallire e rinascere, senza più toccare quelle cime. E’ stata la mia prima squadra professionista, la prima che ho seguito da cronista per conto del Corriere dello Sport-Stadio. Marcello Melani, il “faraone”, era il presidente, Guglielmo Magrini il direttore sportivo, Enzo Riccomini l’allenatore. Quella squadra aveva un futuro campione del mondo, Marcello Lippi, un futuro grande allenatore (oltre 500 panchine di Serie A), Francesco Guidolin, un futuro direttore sportivo, Fabrizio Salvatori. Aveva un centrocampo di fosforo con la coppia Frustalupi-Rognoni, uno stopper di ferro come Fabrizio Berni, un terzino-ala di grande corsa come Sergio Borgo, un attaccante potente come Livio Luppi e un altro sgusciante come Nello Saltutti. In porta Moscatelli.

    Conservo ricordi bellissimi di quella stagione, uno anche divertente. In una delle prime amichevoli estive scrissi che Guidolin aveva il passo appesantito. Devo dire che Guidolin, all’epoca (ma anche oggi, beato lui), aveva un fisico asciutto che più asciutto non si può. Un paio di giorni dopo, ci incrociammo negli spogliatoi dello stadio, lui buttò la borsa dell’allenamento per terra e mi disse, mostrando la sua magrezza: “Io sono sempre stato così, mai stato appesantito”. Riprese la borsa e se ne andò.

    Per ricordare il trionfo di quarant’anni fa ho chiamato Marcello Lippi, uno dei protagonisti di quella stagione. A Pistoia era arrivato proprio quell’anno dalla Sampdoria, il presidente Mantovani e il diesse Claudio Nassi gli dettero la lista gratuita con la promessa, poi mantenuta, che sarebbe tornato alla Samp come tecnico della Primavera: "Eravamo una squadra di vecchietti ma ancora in gamba, con un allenatore che sapeva come trattare quei ragazzi un po’ invecchiati, centellinava le nostre forze. Ogni tanto mandava Frustalupi in montagna per farlo riposare, Mario era la mente del nostro gioco e Riccomini era davvero un fenomeno". L’artefice dell’impresa impossibile fu Marcello Melani. "Quella Pistoiese nacque nella sua villa a Pieve a Nievole. Con pochi soldi, costruì una squadra forte davvero". Ricorda bene il Guidolin calciatore: "Era tecnico e agile, di sicuro non era appesantito... Aveva bisogno dell’aria di mare, così si trasferì a Viareggio, vicino a casa mia, e la mattina andavamo insieme all’allenamento a Pistoia". Su una macchina di quarant’anni fa viaggiavano insieme mille panchine.

    Nell’anno della promozione, il vice di Moscatelli era Lido Vieri, ex portiere del Torino e dell’Inter, dove aveva vinto lo scudetto del 70-71. "Una volta, durante una partitella d’allenamento a San Marcello, sulle montagne intorno a Pistoia, prese una pedata in faccia. Si rialzò di scatto e corse verso lo spogliatoio. Chi vide la scena, rimase choccato: Lido si era fratturato il setto nasale, così si mise il naso fra le mani, dette una scossa, se lo rimise a posto e tornò in campo". Vieri diventò allenatore della Pistoiese l’anno seguente, in Serie A, e durante il campionato venne affiancato da Edmondo Fabbri come direttore tecnico. "Fu l’anno di Luis Silvio Danuello, arrivò anche Mauro Bellugi, io giocavo poco e decisi di lasciare Pistoia per giocare l’ultimo anno in C a Lucca, a due passi da Viareggio". La promozione divenne certa alla penultima giornata con lo 0-0 contro il Lecce. Era il 1° giugno. La Pistoiese arrivò al secondo posto con 46 punti, alle spalle del Como (ci giocava Vierchowod...) con 48 e davanti al Brescia con 45. Fu decisiva la vittoria per 3-1 sul Matera, doppietta dell’ex milanista Giorgio Rognoni e gol di Luppi, a quattro giornate dalla fine. La domenica seguente lo 0-0 sul campo della capolista Como fu il penultimo passo, per la promozione bastava un punto che arrivò col Lecce.

    Furono due anni splendidi, anche se il secondo si concluse con la retrocessione. Eppure alla 13a giornata, a due gare dalla fine del girone d’andata, dopo la vittoria nel derby di Firenze contro i viola (2-1, gol di Rognoni, Antognoni e Badiani che fece il balletto intorno alla bandierina alla Juary), la squadra di Vieri e Fabbri era al sesto posto. Il girone di ritorno fu un disastro, la Pistoiese chiuse in ultima posizione. Ma erano forti quei vecchiacci. Era gente vera.

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