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  • 48 volte Maldini! Simbolo di un Milan che non c'è più, ma che vuole tornare
48 volte Maldini! Simbolo di un Milan che non c'è più, ma che vuole tornare

48 volte Maldini! Simbolo di un Milan che non c'è più, ma che vuole tornare

  • Alessandro Di Gioia
C'è una parte di tifosi del Milan, quelli nati negli ultimi anni della decade del 1980 e nei primi del 1990, che non hanno avuto il piacere e l'onore di veder giocare dal vivo il Milan di Sacchi, quello degli Immortali. Una squadra leggendaria, fantascientifica, che vantava nel Trio dei Tulipani gli alfieri protagonisti di gol e vittorie e nel capitano Franco Baresi il condottiero di mille battaglie, la guida a cui affidarsi nei momenti di sconforto.

Per quei ragazzi, il nome del numero 6 è iscritto a caratteri cubitali nella storia, ma il vero capitano ha un altro appellativo, un altro numero e diversi lineamenti: quelli del successore di Franco, Paolo Maldini, simbolo di un Milan che non c'è più ma che ha fatto la storia per cultura calcistica, vittorie e tradizione. Oggi il Capitano leggendario, Cuore di drago rossonero, compie 48 anni, di cui 25 vissuti con la maglia del Diavolo.

Figlio del compianto Cesare, il primo italiano ad alzare al cielo la Coppa dei Campioni, leader nato, già con l'altro capitano, quel Baresi con cui Paolo ha dichiarato di aver sempre avuto un rapporto speciale: personalità, classe, carisma, eleganza, capacità di pensare con la propria testa e di dire quelo che pensa, caratteristiche che spesso gli sono state rinfacciate e contestate, per esempio nel giorno del suo addio al mondo del pallone, dopo 25 anni in rossonero, a San Siro, da un'ampia fetta di beceri che di tifosi hanno solo il nome. E che probabilmente gli hanno precluso la chiamata in società, visti i rapporti non idilliaci con Galliani e non solo. Numero 3, fascia di capitano al braccio, su e giù sulla fascia prima, al centro della difesa poi, sempre pronto a comandare e a dare indicazioni ai compagni di squadra, sempre il primo ad arrivare all'allenamento e l'ultimo ad andarsene. Simbolo di valori che non ci sono più, al Milan e nel calcio più in generale.

Predestinato, arrivato al Milan a soli dieci anni, in campo con la prima squadra a 16, primo gol a 19: baciato dalla fortuna, vista e considerata la possibilità di crescere prima nell'era del "calcio totale" di Arrigo Sacchi, poi con gli "Invincibili" di Fabio Capello ed infine di entrare nel mito con Carlo Ancelotti, realizzando il sogno di alzare la stessa coppa di suo padre 40 anni dopo, come non sarebbe potuto accadere forse nemmeno in un film. In rossonero vince 26 trofei: 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe italiane, 5 Coppe dei Campioni/Champions League (con il record di 8 finali giocate, a pari merito con Francisco Gento), 5 Supercoppe europee, 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo per club FIFA. Un palmares da sogno, per un calciatore che detiene il record di presenze in Serie A, nelle competizioni UEFA per club ed è il giocatore con più presenze con la maglia del Milan. 

L'unica nota stonata, proprio l'addio: al termine dell'ultima sfida a San Siro giocata contro la Roma, Maldini viene contestato da una minoranza di tifosi, che alzavano cori nei confronti dell'unico vero capitano del Milan a loro detta, proprio Franco Baresi, in realtà per vendicarsi di alcuni screzi risalenti al post dell sfida con il Liverpool in finale di Champions, nel maggio 2005. Una spaccatura, una dicotomia che non c'è mai stata, visto che proprio Paolo ha ammesso di avere avuto in Franco il suo più grande masetro, e visto che sono stati due condottieri leggendari in epoche diverse. Oggi Maldini è il direttore tecnico del Miami FC, ma in fondo al cuore auspica un ritorno al Milan, il suo unico e grande amore: come lo auspicano i veri tifosi rossoneri, che sono sempre stati dalla sua parte. Nelle tempistiche e con  le modalità giuste, però: dopo anni così difficili come gli ultimi, nessuno merita di vedere l'ennesima bandiera rossonera ammainata. Senza dubbio, quella più importante. Tanti auguri, Paolo Maldini!

@AleDigio89

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