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  • A Balotelli piacciono le bocce
A Balotelli piacciono le bocce

A Balotelli piacciono le bocce

  • Fernando Pernambuco
Non fosse per il grande talento che, a sprazzi, ha saputo dimostrare sarebbe rimasto ai margini. Un giocatore come tanti, un discreto professionista. Sarebbe stato meglio per lui. E invece quel talento forse è la sua condanna. Supermario troppe volte è stato Sottomario. Ci hanno provato in tante squadre, ci hanno provato in tanti allenatori, ci prova in continuazione uno dei più potenti procuratori, ma fino ad ora non c’è riuscito nessuno. Raiola ormai si butta su un concetto per lui avventuroso, parla di psicologia, di capacità di ascolto che, in bocca sua stride assai, un po’ come se Briatore fosse apparso a Madre Teresa di Calcutta, prima di diventare santa.
Capacità di ascolto, pazienza, comprensione…Quanta ne ha avuta Balottelli? Secondo Mino poca, troppo poca. E invece tutti gli allenatori che ha incontrato ne hanno avuta, e come! Ci hanno provato in ogni modo, con la carota e con il bastone, poi sono stati costretti a buttar via l’ortaggio e l’attrezzo e a chiedere a gran voce la cessione del giocatore. Senza condizioni, anche in perdita.

Secondo Carragher, “e’stato il peggior acquisto della storia del Liverpool”; per Boban “come calciatore non è un fuoriclasse”. Questi gli ultimi giudizi su di lui. Eppure il talento non si discuteva. Qual è il segreto che attanaglia Mario Balottelli? L’essere stato un bambino “rifiutato”, come disse,  dalla sua famiglia  (il suo vero nome è Mario Borwuah)? Quel colore della pelle non sempre, purtroppo, facile da portare? La “capa pazza”, ragion per cui appena colto un briciolo di successo si crede un padreterno? La malattia del campione, tipica  in un mondo più povero, che, appena si vedono soldi in quantità, fa cadere in una specie di vertigine irresistibile?

Mah! Ne dubitiamo, anche se ogni singola voce potrebbe avere un diritto di cittadinanza nella testa di Mario. Ormai, però, le poche volte che gioca resta ai margini, vagando quasi senza uno scopo. In campo sembra dire: “Che ci faccio io qui?” E non solo in questo Milan. Forse, come sostengono i suoi amici, ha giocato troppo poco, forse ora è giunto il suo momento e ci vuole solo un po’ di pazienza. 
A noi però è venuto un dubbio. Non sarà che a Balotelli del calcio non “frega” proprio nulla? Il calcio lo ama, ma lui non corrisponde quest’amore. Ci prova a continuare il matrimonio, però non ci riesce. Lui in campo non c’è. E non è colpa di Prandelli, Mancini, Mihajlovic. Non è colpa di nessuno. A tirare calci a un pallone, disporsi in campo, dettare o fare un passaggio proprio non ci sta.
Forse a lui piace un altro sport. A lui piacciono le bocce. In tutti i sensi. 
 

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