Calciomercato.com

  • A 'Gattopardo' Zamparini serve Lippi!

    A 'Gattopardo' Zamparini serve Lippi!

    • Marco Bernardini
    Il Palermo calcio ha centosedici anni e continua a rappresentare un modello di eccellenza per il mondo del calcio oltreché un simbolo irrinunciabile per un’isola unica come è la sua gente. Maurizio Zamparini è assai più giovane, ma i suoi settantacinque anni dovrebbero essere garanzia di una maturità acquisita e della consapevolezza di che cosa si vorrebbe e si dovrebbe fare da grandi. Il presidente friulano, invece, continua a vivere la sua vita procedendo lungo un doppio binario come il celebre personaggio letterario e bipolare dottor Jekyll e mister Hyde. Lo conosco dai tempi in cui tentava di dare alla Venezia del pallone la medesima dignità internazionale della città lagunare. Gli venne impedito. L’uomo e l’imprenditore Zamparini è persona a dir poco deliziosa provvista di un raro senso di umanità che spesso lo porta ad occuparsi più degli altri che non di se stesso. Poi, quando si tratta di vestire i panni presidenziali per dirigere la banda del Barnum, come un licantropo nelle notti di luna piena dà di matto e cambia persino fisionomia. Una sorta di schizofrenia clinica che ha dell’inspiegabile, ma che provoca effetti disastrosi proprio sulla creatura che lui dice di amare più di ogni altra cosa.
    Carta canta. Come si dice, e “vox populi” si fa sentire invocando le dimissioni del “re ormai nudo” e di tutta la sua corte colpevoli di aver ridotto la Bella Rosanero in stracci. In effetti il teorema calcistico palermitano allo stato attuale dei numeri e della classifica non sembra essere di complicata soluzione. Le porte della Serie B sono spalancate e purtroppo anche ben visibili. Domenica, poi, il requiem potrebbe essere pressoché definitivo visto che il Palermo dovrà vedersela con la Juventus. La speranza, per i siciliani, è che Paulo Dybala decida di prolungare i giorni di mutua e che, per misericordia intellettuale, non si presenti in campo contro i suoi e compagni. In ogni caso, anche senza il genio argentino contro, l’impegno sarà proibitivo.

    Detto questo e preso atto di una realtà niente allegra, mi permetto di mettermi di traverso tra la maggioranza la quale vorrebbe Zamparini fuori dai giochi e i pochi che restano a sostenere l’inutilità e persino la pericolosità di un simile evento. Tomasi di Lampedusa fa dire al principe Salina: “Per fare in modo che le cose cambino occorre che tutto rimanga identico a come è adesso”. Un celebre aforisma che si adatta perfettamente alla figura del presidente il quale, essendo egli stesso molto “Gattopardo”, per resistere all’occupazione dei piemontesi risorgimentali dovrebbe almeno fingere di arrendersi. Con un distinguo importante, però. Non “tutto”, ma “quasi tutto” resterà come è oggi. Di radicalmente diverso sarà indispensabile trovare, alla fine, lo stesso Zamparini. Non l’uomo, che va benissimo come è, ma il presidente finalmente inglobato e digerito dal suo originale.

    Non vorrei mai permettermi di giudicare e meno che meno dare consigli a chi spende del suo, non solo economicamente. Questa volta mi piace disattendere la regola perché ritengo che il Palermo rappresenti un patrimonio troppo importante, calcisticamente e storicamente e anche socialmente, per essere abbandonato tra le mani del primo faccendiere presumibilmente forestiero che ne farebbe un’entità aliena alla cultura siciliana per suoi esclusivi uso e consumo. Ed è esattamente ciò che accadrebbe, visto l’andazzo alla liquidazione del nostro calcio, se Zamparini dovesse tirare giù la serranda e andarsene come fece a Venezia. Nel contempo è ovvio che dovrà essere lui il primo a smetterla di pensare e di agire come un “Re Sole” che cambia parere (e allenatore) ogni volta che gli gira come un adolescente in piena tempesta ormonale. Ricordi, il presidente, che lui è friulano. Intagliato nella roccia, non nel burro. E, come esempio, prenda il suo conterraneo Pozzo che negli anni ha fatto dell’Udinese una società guida per il calcio internazionale al di là dei risultati sportivi contingenti. Per chiudere il cerchio a suo favore, oltreché a quello del Palermo e dei palermitani, Zamparini potrebbe e dovrebbe ricominciare da…chi non c’è. Non un semplice allenatore per la serie “medico condotto” che ti tiene in vita ma non guarisci mai. Un uomo-personaggio di indiscutibile peso professionale e di verificata statura carismatica con compiti anche dirigenziali in sintonia con il “nuovo” presidente. Il primo che mi viene in mente è Marcello Lippi. Lui che non vede l’ora di tornare e nella mischia e che adora le città di mare. Che ne dice, signor presidente?
     

    Altre Notizie