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  • A-League, pochi fenomeni:|Ma Del Piero è tra questi
A-League, pochi fenomeni:|Ma Del Piero è tra questi

A-League, pochi fenomeni:|Ma Del Piero è tra questi

A quattro turni dalla fine della “regular season” della Hyunday A-League è indubbiamente prematuro tirare bilanci. La volata finale per i playoff e le sfide dirette per il titolo sono alle porte, pronte a smentire tutto, a far passare qualsiasi giocatore da “campione” a “bidone”. Tra questi ci potrebbe essere, “of course”, anche Alex Del Piero, la cui prodezza, il dodicesimo centro stagionale, non è bastata ad evitare al Sydney Fc la seconda sconfitta di fila a Perth. Molto dipenderà dal risultato della squadra, nel caso degli altalenanti “Sky Blues” l'accesso o meno ai playoff.

In un campionato di livello non eccelso come la A-League a dover fare la differenza ci si aspetta che siano i calciatori stranieri. Dei quasi 50 (cinque per squadra è il numero consentito) tesserati, dal punto di vista tecnico e di continuità di rendimento complessiva, dovendo eleggere il miglior straniero del campionato australiano, al di là di come e quando finirà il campionato del Sydney Fc, sembra difficile trovare una vera alternativa a Del Piero. Il palco stranieri complessivamente quest'anno è rimasto modesto. A fare “rumore”, dopo l'arrivo di Del Piero, sono stati gli arrivi di Emile Heskey e Shinj Ono, senza dubbio giocatori faro di Newcastle Jets e Western Sydney Wanderers. Hesky, partito fortissimo, ha mantenuto un rendimento positivo e continuo, anche se meno straripante degli esordi, e segnato al momento 9 gol. Ono invece, partito con il freno a mano tirato, ha trascinato la squadra del sobborgo sydneyano di Parramatta fino al primo posto in classifica, conquistato proprio nel weekend. Il giapponese ha segnato 6 reti ma soprattutto fatto segnare tanto la squadra, che essendo neonata, è quella che ha avuto un maggior numero di stranieri. Tutti positivi, in primis l'olandese Youssouf Hersi, il croato Mateo Poljak e soprattutto il “nostro” Jacopo La Rocca, partito come riserva ma ben presto titolare, guadagnandosi pure altri due anni di contratto. Il difensore 28enne ex Grassopphers, che in Italia svernava giocando pochino tra C e D, ha anche messo a segno due reti. I Wanderers sono la vera rivelazione stagionale, ma il loro status di multinazionale si contrasta con l'autarchia della vicecapolista Central Coast, che invece, a parte il difensore olandese, Zwaanswijk, non ha stranieri di una certa caratura. E il maltese Hutchinson ha comunque cittadinanza australiana essendo nato (ed avendo sempre giocato) qui.

Tra gli altri da segnalare la buonissima stagione nei Melbourne Victory dell'ivoriano Adama Traore ma soprattutto di Marco Rojas, neozelandese di origini cilene, un centrocampista offensivo 21enne che in Europa potrebbe fare bene. Rojas è, insieme agli australiani Garcia e Vidosic, il giocatore che ha maggiori probabilità di soffiare a Del Piero lo scettro di miglior giocatore del campionato. Ci sono anche le delusioni, soprattutto sudamericane: se stanno facendo bene i brasiliani Tiago Calvano al Sydney (e prima a Newcastle) e Fred ai Melbourne Heart, e gli argentini Carrusca di Adelaide e Germano degli Heart, non si può dire lo stesso di Flores dei Victory ed Henrique dei Brisbane Roar, che hanno avuto un apporto sostanzialmente deludente quest'anno dal loro bomber albanese Besart Berisha. Per non parlare degli stranieri di Perth, tutti deludenti, persino il kiwi Smeltz, re dei bomber della A-League in fase calante, che nonostante la rete decisiva contro il Sydney, non ha timbrato con la frequenza degli anni passati. Non è un caso che Brisbane e Perth, finaliste l'anno scorso, rischino seriamente di chiudere fuori dalle prime sei.

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