A Lione non solo Italia-Belgio: tutti i consigli per mangiare in riva al Rodano
Vale davvero la pena passeggiare nelle strade del centro, ammirando le numerose facciate dipinte delle case, la Cattedrale di Saint Jean e affacciarsi sul lungofiume (anzi i lungofiume perché qui confluiscono il Rodano e la Saona). Il Museo des Beaux Arts è uno dei più ricchi d’Europa; da non perdere l’Istituto Lumière (gli artefici del cinematografo ebbero qui i loro natali) che racconta la storia del cinema.
Ma Lione non è solo questo. E’ soprattutto una città gourmand ovvero golosa. Patria d’una cucina popolare e al tempo stesso raffinatissima. I bouchon, del centro storico, le trattorie spesso incantevoli del centro storico, con la loro antica e autentica atmosfera, vi offriranno Gratons (ciccioli di maiale), zuppe di cipolla gratinata, sformato di fegatini di pollo, le famose Andouillettes (salciccie con interiora di maiale), i Sabodet e le Saucisson calde (cotechini e salsicce) e le Quenelle de brochet (cannelloni di luccio). Non fatevi sfuggire i formaggi, tra cui spiccano il Saint Marcellin, il Saint Félicien e la Rigotte. Superbi fra i vini, quelli della Cotes du Rhone. Fra i bouchon segnaliamo “Le Laurencin”, dove potrete affrontare la vera cucina lionese ad un prezzo più che corretto con porzioni pantagrueliche. Avrete difficoltà a finire un menù da 15 Euro a persona. Un altro classico è la “Brasserie Georges”, però la grande birra artigianale lionese si trova anche da “Ninkasi”, una catena di 6 ristoranti, uno dei quali sorge in zona stadio a Gerland.
Lione tempio della cucina tradizionale, ma anche di quella raffinata se questa è la patria di Paul Bocuse, creatore della Nouvelle Cuisine, che da qui non se ne è mai andato. Il suo “Auberge du Ponte de Colonges” non è a buon mercato, ma vale una finale di Champions o dell’ Europeo. Qualche esempio dal menu: branzini in crosta, Foie gras d’anatra, insalate d’aragosta, zuppe al tartufo, ma memorabili anche i semplici fagiolini, colti dall’ orto e aromatizzati all’aneto. Di Bocuse sono anche i bouchon-brasserie “Le Nord”, “Le Sud”, “L’Est” e “L’Ouest”, nate con l’intento di democratizzare la raffinatezza. “Le Nord” propone un gran pesce con un menu turistico sui 23 Euro, mentre “L’Ouest Express” è un ottimo fast food con insalate, sandwich, zuppe di verdure, crepes…
La tradizione “più tradizionale” ritorna al “Café des Fédérations” dove lo chef Yves Rivoiron vi riceverà di persona per sommergervi con proposte “leggerissime”: Tablier de sapeur (trippe marinate in vino bianco e senape), salumi tipici, rognoni e ottime bottiglie di Beaujolais. “Le Petite Flore” è forse il bouchon più piccolo e autentico. La sua specialità il Cervelle de canut, un formaggio variamente mantecato. Insomma, a Lione vale davvero la pena venirci, magari un giorno o due prima della partita d’esordi della nostra Nazionale.