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Romamania: c'è ottimismo, nell'emergenza emerge la vera Roma. Ma il problema portiere...
Quindi, il mucchio selvaggio alle spalle del Milan – lo dicono le cifre della classifica – più che essere figlio di un campionato finalmente avvincente e pieno di squadre forti e alla pari, è invece il parto di questa altalenante mediocrità che si diverte a colpire qua e là. (e fa pure rima, tiè)
Userò un paradosso (e non il termine “tranquillo” perchè a Roma si dice che “er sor tranquillo ha fatto 'na brutta fine”...) e dico che sono ottimista. E cioè che la partita di Napoli letta in controluce con le prestazioni precedenti contro le big, Juve e Milan - ma anche con le altre meno forti - non può essere altro che un incidente di percorso. Perchè hanno giocato tutti male. Tutti. Anche quelli che non avevano sbagliato nulla. E poi, certo, gli episodi in cui Mirante (tre su quattro) ha spalancato la via al nemico. Da qui la mia convinzione di una serataccia. Certo, poi c'è la prova del campo contro quei tipacci del Sassuolo che, avendole prese contro l'Inter, avranno il dentino intriso di veleno. E non solo, la Roma ci arriva con qualche giocatore in ritardo di condizione post-Covid - da Dzeko a Pellegrini e Kumbulla - ma soprattutto dovrà fare a meno di Veretout, perdita terribile, come quelle di Smalling e Mancini. Dunque, rivedremo probabilmente Diawara, toccherà a Kumbulla là dietro con Cristante. Scelte obbligate. In una parola: emergenza. Proprio la situazione in cui una squadra, spesso, riesce a dare il meglio di sé. Mi sbaglierò, ma sono ottimista.