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  • Abete: 'Commissariare la Figc? Seri dubbi che si possa fare. Vedo Buffon in federazione. Ventura e Prandelli...'

    Abete: 'Commissariare la Figc? Seri dubbi che si possa fare. Vedo Buffon in federazione. Ventura e Prandelli...'

    Giancarlo Abete, consigliere federale, ha parlato a Tutti Convocati su Radio 24: "Ieri sera già c'era una situazione molto più articolata rispetto alle dichiarazioni del presidente Malagò del pomeriggio, perché da un approfondimento giuridico è emerso che ci sono seri dubbi sul fatto che la Federazione sia commissariabile, perché le situazioni per le quali è previsto il commissariamento della Federazione, di tutte le Federazioni, sono ben individuate e non sembra al momento che la Federazione sia all'interno di queste condizioni. Quindi già da ieri sera è cominciata a circolare una situazione di maggiore incertezza circa il commissariamento, peraltro confermata dal presidente Malagò anche nelle dichiarazioni di questa mattina”

    SU VELTRONI - “Io posso dire che Veltroni è una persona di grande qualità, lo conosco, l'ho conosciuto in tante opportunità ovviamente più istituzionali, con una grande passione anche sportiva, ma naturalmente non sono io il soggetto che deve dare le indicazioni, il nostro meccanismo prevede che ci siano delle componenti le quali fanno una nomination, basta una nomination”.

    SU BUFFON - “Buffon senza dubbio è di una qualità eccezionale, da un punto di vista non solo di giocatore. È una persona che ha le qualità anche di lettura delle situazioni. Lui presidente? Non dipende da me, non partecipo alla logica del toto nomine”

    SU PRANDELLI - “Quando ci fu l'eliminazione la prima cosa fisiologica che avvenne fu che io andai negli spogliatoi e naturalmente incontrai Cesare Prandelli, che mi disse: ‘Guardi presidente, io avevo già maturato la decisione di dimettermi. Mi dimetto perché il progetto sportivo non si è realizzato". Lui aveva due anni di contratto, legittimi perché aveva fatto un secondo posto agli Europei, e  un terzo posto alla Confederation Cup. Dico: ‘Guardi Prandelli, la comprendo, anch'io darò le mie dimissioni irrevocabili perché non voglio anzitutto che la Federazione sia sotto scacco, perché la Federazione anche in crisi è un grande patrimonio del nostro paese, e merita rispetto.

    SU TAVECCHIO - "Volevo favorire un'assunzione di responsabilità del mondo del calcio, perché poi sembra che in questi tre anni e mezzo ci sia stato soltanto Tavecchio. Io ho votato ovviamente per le sue dimissioni, però il mondo del calcio è stato fatto da tantissimi protagonisti, c'è stato un ruolo anche importante del CONI, lo ha ricordato il presidente Malagò quando parlava dell'incontro a casa sua con Lippi proiettato all'individuazione del commissario tecnico

    SU VENTURA - “C'è una differenza di gestione penso, perché, Ventura ha fatto un contratto di due anni, ed è giusto che a un certo punto, come avviene quando viene esonerato un allenatore, il contratto venga rispettato. Vale anche per un dirigente che ovviamente ha delle tutele nel momento in cui viene licenziato. io penso che, non avendo raggiunto il risultato, anche se capisco che per la Federazione sarebbe stato più difficile, era sufficiente la sera stessa comunicare l'esonero di Ventura. Anche da un punto di vista di immagine, di tutte le problematiche che sono sorte, ne sarebbero sorte il 5%. Nessuno avrebbe più parlato degli aspetti di natura economica. Poi ognuno ha le sue garanzie. Diciamo che purtroppo il problema è che non c'è stata comunicazione successiva da parte dell'uno e dell'altro, ed è montato in maniera tale da determinare un vulnus e anche un'immagine negativa che si poteva comunque evitare”.

    SU UN GIOCATORE A CAPO DELLA FIGC - “Ci sono ex giocatori e ex giocatori, nel senso che non basta che ci sia in qualche modo tra virgolette una persona che abbia un grande passato sportivo. Ci sono delle persone che hanno un grande passato sportivo e una grande capacità o una potenziale capacità di gestire processi complessi, e ce ne sono altri che non hanno queste qualità. Ma questo vale per tutti quanti noi, nel senso che non necessariamente un grande giocatore è un grande dirigente. Bisogna anzitutto avere un'unità di intenti che oggi manca nel paese, non soltanto nel mondo del calcio, ma in tante altre realtà. Quando ci sono fenomeni complessi da affrontare io penso che il prossimo presidente federale non possa essere un presidente da 52% dei voti, perché ovviamente non ce lo possiamo permettere. Ci vuole un'assunzione di responsabilità di tutti i soggetti che hanno un ruolo all'interno del mondo del calcio e che in qualche modo facciano un patto, tra virgolette, che consenta una ripresa di competitività del nostro paese  anche a livello calcistico”

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