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  • ACAB, Favino a CM: 'Allo stadio tifo Roma. E a Sabatini ho chiesto...'

    ACAB, Favino a CM: 'Allo stadio tifo Roma. E a Sabatini ho chiesto...'

    • Germano D'Ambrosio

    L'uscita nelle sale del film ACAB - All cops are bastards, prevista per venerdì prossimo, fa discutere già da diversi giorni. Il racconto crudo e senza filtro della vita di tre poliziotti del reparto celere, curato dal regista Stefano Sollima, ha messo in subbuglio l'intera categoria, e c'è da aspettarsi un grande afflusso al cinema da parte di tutti i ragazzi che frequentano le curve degli stadi. Quelli che con i celerini sono abituati a confrontarsi (se non a scontrarsi) ogni domenica. I microfoni di Calciomercato.com hanno raggiunto Pierfrancesco Favino, tra i protagonisti della pellicola (Cobra è il suo nome di battaglia); l'attore, tra i più apprezzati dell'attuale panorama italiano, è infatti anche un grande appassionato di calcio.

    Gli ultrà lamentano, in genere, una raffigurazione del mondo delle curve troppo poco realistica. Credi che questo film potrà essere apprezzato anche da loro?

    'Sì, perché penso che il film sia in generale molto realistico. Sicuramente i celerini che sono protagonisti del film non sono quelli che siamo abituati a vedere nelle raffigurazioni più classiche della polizia. Ma io credo che i ragazzi delle curve, così come i celerini stessi, vedranno rappresentato sullo schermo quello che loro già conoscono'.

    Una rappresentazione che non aiuterà, dunque, a scalfire il muro d'incomprensione che c'è tra tifosi e forze dell'ordine?
    'Sollima non vuole redimere nessuno: racconta uno spaccato di vita di persone che vivono in una condizione di altissima aggressività e violenza. Non penso dunque che ciò possa in qualche modo avvicinare queste due categorie, che tutto sommato poi non sono neanche così distanti tra loro, perché in quelli che sembrano due estremi opposti ci sono delle similitudini in realtà abbastanza inquietanti'.

    Come ti approcci, personalmente, al fenomeno della violenza negli stadi?

    'Io sono dell'idea che si vada allo stadio per guardare una partita e per tifare la propria squadra. Tutto il resto non solo non lo comprendo, ma mi sembra una manifestazione inutile di qualcosa che non ha nulla a che vedere con il calcio'.

    Ma allo stadio riesci ad andarci, qualche volta, per vedere la tua Roma?
    'Ci riesco eccome. Stavo giusto meditando di andare a Torino stasera, per la Coppa Italia: visto che mi trovo a Milano, il pensiero mi ha accarezzato. Ma non credo che ci sarà il tempo, purtroppo. Alla fine insieme a Carlo Bonini (l'autore del libro ACAB da cui è stato tratto il film, ndr), anche lui grande tifoso giallorosso, ci rinchiuderemo da qualche parte per vedere la partita...'.

    Cosa ne pensi del momento dei giallorossi?

    'Io sono un grandissimo fan del progetto di Luis Enrique. Mi piace molto anche il fatto che la squadra sia così giovane: in un Paese come il nostro che dà l'impressione di essere sempre fermo, fare un investimento a tre-quattro anni sembra quasi una rivoluzione. In più è divertente vederla giocare, in questo momento: mette allegria, perché i giocatori danno l'idea di divertirsi giocando, e questa è una bellissima cosa. Spero che duri, e che migliori. Di qualcosa c'è ancora bisogno per essere competitivi ad altissimi livelli, ma ci sono delle prospettive importantissime secondo me'.

    Il mercato è aperto ancora per qualche giorno...

    'Pensa che ieri, per caso, ho incontrato proprio Walter Sabatini! Ho tentato di corromperlo per tutta la sera per avere qualche anticipazione, ma non c'è stato niente da fare. Pur di non fare nomi, m'ha pagato la cena (ride, ndr). Io comunque glie l'ho detto: un paio di reparti li vorrei coprire. Ora vediamo se mi ascolta'.


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