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  • Processo Agnelli: l'accusa chiede 2 anni e mezzo di inibizione. Sentenza attesa all'inizio della prossima settimana
Processo Agnelli: l'accusa chiede 2 anni e mezzo di inibizione. Sentenza attesa all'inizio della prossima settimana

Processo Agnelli: l'accusa chiede 2 anni e mezzo di inibizione. Sentenza attesa all'inizio della prossima settimana

Altro round. Oggi riparte il processo sportivo contro Andrea Agnelli per i controversi rapporti con gli ultras bianconeri e la gestione dei biglietti. 

16.50 LA REPLICA - Franco Coppi, legale del presidente della Juve, ha commentato così le richieste di condanna da parte dell'accusa: "Se puntiamo alla assoluzione completa? Beh, certo. Quando ci aspettiamo la sentenza? Il collegio ha dieci giorni di tempo, quindi da qui a dieci giorni. Una richiesta pesante? La procura fa il suo mestiere, in genere non siamo abituati a fare previsioni, se un mese o l’ergastolo. Importante qui e contrastare gli argomenti dell’accusa".


16.45 LE ALTRE RICHIESTE - Oltre alla richiesta formulata nei confronti di Agnelli, il procuratore federale ha chiesto la disputa di due partite interne a porte chiuse, la chiusura della Curva Sud e un'ammenda di 300.000 euro per la Juventus. Per gli altri imputati, chiesti 6 mesi di inibizione per l'ex direttore commerciale della Juve Francesco Calvo, 2 anni per Alessandro Nicola D'Angelo (security manager) e un anno e 6 mesi per Stefano Merulla, responsabile della biglietteria. Per tutti, Agnelli compreso, è stata richiesta l'estensione delle sanzioni sia in ambito Uefa che Fifa.

16.05 LA RICHIESTA DELL'ACCUSA -
Secondo quanto riferisce l'agenzia Ansa, il procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha richiesto due anni e mezzo di inibizione per il presidente della Juventus Andrea Agnelli. Si attende ora la replica della difesa, mentre la sentenza potrebbe slittare ai primi giorni della prossima settimana.

14.00 AGNELLI A ROMA - Falliti i tentativi di patteggiamento dopo la sospensione dello scorso 26 maggio, oggi pomeriggio il presidente della Juventus è arrivato a Roma presso il tribunale della Figc presieduto da Cesare Mastrocola. 

L'ACCUSA - Il procuratore Pecoraro lo accusa di aver violato l'articolo 12 (quello che regola i rapporti con i tifosi) per l'eccessiva dotazione di biglietti "favorendo consapevolmente il bagarinaggio, partecipando personalmente a incontri" con ultrà vicini alla 'ndrangheta, per "acquisire la benevolenza degli ultras". Per la giustizia sportiva il tema caldo è la cessione di biglietti in numero massiccio, ben oltre il consentito: il procuratore federale Giuseppe Pecoraro contesterà l'averne riservati migliaia a partita dal 2011 ai gruppi organizzati sapendo che sarebbero stati sfruttati per il bagarinaggio. Nel deferimento ha parlato di "contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata". Aggravante: gli introiti per i bagarini avrebbero finanziato la 'ndrangheta. 

GLI ALTRI - Saranno giudicati anche altri due dipendenti bianconeri: il capo della biglietteria Stefano Merulla e il security manager Alessandro D'Angelo, oltre all'ex responsabile del marketing Francesco Calvo, ora al Barcellona. 

GIA' CONDANNATO DOMINELLO - Il processo sportivo è figlio dell'inchiesta 'Alto Piemonte' della procura di Torino, che ha scoperto le infiltrazioni 'ndranghetiste nella curva bianconera. L'ultrà Rocco Dominello, che Agnelli ha ammesso di avere "incontrato 3 o 4 volte ma sempre con altre persone", è stato condannato per associazione mafiosa e tentato omicidio a 7 anni e 9 mesi. Assolto invece Germani, il tramite tra lui e la Juve. 

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