
Alexi Lalas, dalla chitarra alla Serie A con il Padova
Un po’ per il suo modo di vivere le partite in un modo sereno e senza patemi, lontano anni luce dalle tensioni del calcio italiano, un po’ per quel suo look stravagante che non lo faceva di certo passare inosservato.. Ciò nonostante Lalas, che continuerà a coltivare anche l’altra sua grande passione, la musica rock, riuscirà dove in pochi avrebbero scommesso: dopo essere stato protagonista ai Mondiali con la nazionale statunitense, farà un buon campionato in Serie A con la maglia biancoscudata sulle spalle, giocando con i veneti anche una seconda stagione. Prima di far ritorno in patria e chiudere la sua carriera nella nuova Mls.
Oltre che per le sue giocate difensive e per qualche gol pesante, sarà ricordato anche per le sue esternazioni, mai banali e in alcuni casi dissacranti, in un mondo, quello del calcio italiano dell’epoca, poco avvezzo a personaggi estroversi come lo era il centrale difensivo americano.
DALLA CHITARRA ALLA NAZIONALE STATUNITENSE
Lalas nasce a Birmingham, nella Contea di Okland, in Michigan, il 1° giugno 1970, e ancora prima di giocare a pallone impara a suonare la chitarra e a cantare. E lo fa molto bene, considerato che parallelamente alla carriera calcistica, si affermerà poi come musicista di buon livello.
A calcio inizia a giocare nell'ultimo anno di Scuola superiore, il 1987, venendo anche votato come miglior giocatore della Scuola superiore del Michigan. Oltre al calcio Alexi pratica con buoni risultati anche l'Hockey su ghiaccio: è infatti il capitano della squadra di hockey di Cranbrook, con cui si aggiudica il campionato statale. È preso in considerazione nel draft dell'Ontario Hockey League ma alla fine non viene selezionato.
Iscrittosi alla Rutgers University, prosegue così a giocare a calcio nella squadra del College, affermandosi nel ruolo di difensore centrale, benché prosegua anche a praticare l’hockey. Forte fisicamente e dalla stazza imponente, essendo alto un metro e 91 per 89 chilogrammi, Lalas ha la sua grande vetrina nelle Olimpiadi di Barcellona nel 1992, cui partecipa come componente della Nazionale olimpica statunitense, dopo aver già esordito nella Nazionale maggiore il 12 marzo 1991. Inserita in un girone proibitivo con Italia e Polonia, la Nazionale a stelle e strisce saluta presto il torneo a cinque cerchi, ma tramite Bob McNab, Lalas riesce ad ottenere un provino per l'Arsenal. I Gunners lo fanno allenare per un po' con la squadra riserve, alla fine tuttavia decidono di tagliarlo, sentenziando che, a loro modo di vedere, il difensore americano non aveva le qualità necessarie per sfondare in Prima squadra. Alexi è tuttavia determinato ad arrivare in alto e non si arrende.
PROTAGONISTA AI MONDIALI DI USA ’94
Il suo impegno e la sua dedizione gli fanno ottenere la fiducia dell'allenatore giramondo Bora Milutinovic, che, diventato Ct. degli Stati Uniti, ne fa un pilastro della squadra che affronta da padrone di casa i Mondiali del 1994. Gli Stati Uniti sono inseriti in un girone sulla carta proibitivo, il Gruppo A con Svizzera, Romania e Colombia. Ma rispetteranno la regola che vuole che i padroni di casa riescano sempre a superare il Primo turno (infranta soltanto dal Sudafrica nell'edizione 2010) e si qualificheranno agli ottavi.
Nella gara di apertura gli USA pareggiano 1-1 con la Svizzera, quindi, con grande sorpresa, superano 2-1 la Colombia nella partita tristemente celebre per l'autorete di Pablo Escobar che segnerà per lui la condanna a morte. Proprio in quell’occasione Lalas gioca una gran partita e segna di testa un goal che gli viene ingiustamente annullato per fuorigioco. Nella terza partita arriva una sconfitta di misura indolore contro la Romania di Hagi.
Con 4 punti, gli Stati Uniti rientrano fra le migliori terze, e si qualificano agli ottavi di finale, dove devono affrontare il Brasile di Carlos Alberto Parreira. La gara è tesa e contrariamente ai pronostici equilibrata. L’espulsione di Leonardo per una brutta gomitata rifilata a Ramos accresce la fiducia degli Stati Uniti. Bebeto riesce però con un guizzo a spezzare lo stallo, a quel punto i verdeoro gestiscono bene il vantaggio e nel finale l'espulsione di Clavijo determina la nuova parità numerica e agevola il passaggio del turno della Seleçao, che vince di misura 1-0.
Nonostante l’eliminazione, per tutti i giocatori americani il Mondiale resta un’esperienza positiva. Lalas non dimenticherà mai di spendere parole di ringraziamento per il C.t. Bora Milutinovic.
"Quando ho incontrato Bora Milutinovic per la prima volta - disse il difensore - ero solamente un ventiduenne punk che non aveva mai pensato al suo posto nel mondo. Mi ha insegnato a giocare e mi ha dato una nuova collocazione in campo per cui, nella mia immaginazione, quell’uomo è un genio assoluto".
I DUE ANNI AL PADOVA IN SERIE A
Le buone prestazioni ai Mondiali 1994 di Lalas non passano inosservate e nel 1994 il neopromosso Padova decide di portare il difensore statunitense in Serie A, in un momento del calcio italiano in cui il numero degli stranieri è in costante crescita. Prima che il trasferimento di Lalas al club biancoscudato si concretizzi, però, trascorrono ore di grande incertezza.
Quando Alexi sbarca nella penisola italiana il 26 luglio 1994, atterrando all’aeroporto di Venezia alle ore 11.35, con 700 tifosi biancorossi pronti ad accoglierlo nella Sala degli Specchi del Gran Caffè Pedrocchi, tutti si aspettano che la firma del difensore americano sul contratto e il conseguente annuncio ufficiale arrivino nel giro di poco tempo.
Così però non è, perché Lalas non si lascia condizionare dal clima festante e dichiara:
“Non ho firmato per alcun club, e sicuramente non lo farò nemmeno oggi. Devo valutare attentamente tutte le proposte. Le offerte non mancano: Coventry e Bochum mi hanno proposto l’ingaggio. Lo stesso ha fatto il Padova. Ho già avuto modo di toccare con mano le situazioni sia in Inghilterra che in Germania: adesso sono qui in Italia. L’accoglienza è stata stupenda. Non mi aspettavo tutto questo calore, ma devo riflettere: prenderò la decisione definitiva solo al mio ritorno in America. Devo riflettere attentamente perché per me cambia totalmente la vita: voglio scegliere una città bella, tranquilla, dove posso ambientarmi senza alcun problema”.
Dopo aver fatto un giro in centro città con il presidente Sergio Giordani, Lalas continua a trattare nella sede del club. Prima di prendere l’aereo che lo riporta negli Stati Uniti, previsto alle 18.40, rifiuta per motivi scaramantici persino di mettersi al collo una sciarpa del Padova offertagli dai tifosi.
Alla fine la fumata bianca arriverà dopo il suo ritorno negli States. Il Padova dà al difensore un ultimatum per la mezzanotte del 27 luglio. Alle 17.00 la società veneta riceve un fax con il contratto firmato e in calce un significativo: “Forza Padova”. I biancoscudati pagano 400 milioni il suo cartellino alla Federazione statunitense, garantendo al calciatore 250 milioni di ingaggio.
L’iconico Lalas, con i suoi lunghi e folti capelli, i baffoni e il pizzetto, tutti rigorosamente rossi, sbarca così in Italia a 24 anni fra l'incredulità generale, ma finirà per stupire un po' tutti.
"Ci sarà da lavorare parecchio. - dichiara alla 'Rai' - Non è facile giocare in Italia, soprattutto per un americano. Prima di tutto dovrò farmi valere sul campo".
L'esordio in Serie A il 4 settembre 1994 è un vero e proprio incubo. Al Ferraris la Sampdoria di Mancini e Platt 'passeggia', travolgendo i veneti di Sandreani 5-0.
"La Sampdoria ha suonato troppo forte - commenta il difensore dopo la partita - noi non siamo riusciti a tenere il ritmo".
La prima ‘gioia’ italiana per l’americano arriva così nei sedicesimi di finale di Coppa Italia. Dopo aver perso la gara di andata in casa all’Euganeo per 0-3, e aver così compromesso la qualificazione, il Padova di Sandreani interpreta una partita gagliarda a San Siro il 21 settembre. In 10 contro 11 per l’espulsione di Rosa, i biancorossi resistono agli assalti nerazzurri e nella ripresa trovano con il difensore americano il gol della vittoria esterna: Pagliuca in uscita si scontra con Maniero, per l’arbitro è tutto regolare, il pallone giunge sui piedi di Lalas che a porta sguarnita insacca. Il Padova vince 0-1 la gara di ritorno, ma è l’Inter ad avanzare agli ottavi.
In campionato la musica purtroppo per Lalas e per il Padova non cambia nemmeno nelle successive 4 giornate, cosicché i biancoscudati arrivano al confronto con il Milan con un solo punto e 15 reti al passivo. Ma sarà proprio la sfida, sulla carta impossibile, con la squadra di Capello, a segnare la svolta in positivo della stagione dei biancoscudati e del difensore americano.
Contro i campioni d'Italia domenica 16 ottobre Lalas gioca una grande partita in fase difensiva e si toglie anche lo sfizio di siglare il primo goal in Serie A. Rossi in uscita si scontra con Galderisi, la palla piomba sui piedi di Lalas, che non ha difficoltà a insaccare a porta sguarnita. Nella ripresa il Padova trova anche il raddoppio con Gabrieli. Davide sconfigge Golia, lui però non si esalta.
"Sono solo un piccolo giocatore nel mondo del calcio", dice dopo aver stretto la mano a Capello.
La sera è ospite della 'Domenica Sportiva', e il suo è un vero e proprio show. "Ciao bella!", dice alla presentatrice Alessandra Casella, esibendosi alla chitarra. La musica resta l’altra sua grande passione e proprio nel 1994, con la sua band, i 'Ginger', Lalas incide anche il suo primo album, 'Woodland'.
Il secondo goal italiano è il gol della bandiera ospite nel pesante rovescio per 5-1 subito a Roma contro la Lazio. Il Padova chiude il girone di andata al terzultimo posto con 17 punti a pari merito con Reggiana e Cremonese, con cui si prospetta una lotta all'ultimo sangue per la salvezza.
Lalas vive i momenti più difficili allontanando lo stress e risponde sempre alle domande dei giornalisti in modo schietto e senza peli sulla lingua, stupendo spesso i suoi interlocutori. Quando gli riferiscono delle critiche di Zeman nei suoi confronti, ad esempio, replica:
"Io penso che Zeman è... un vaffanculo!".
O quella volta che, dopo una partita, lascia senza parole il suo interlocutore:
“Come ho preso la sconfitta di oggi? Non mi importa nulla: adesso vado a casa, suono la chitarra, sto con la mia ragazza e tutto si sistema".
Per Lalas e il Padova la stagione 1994/95 si conclude con il lieto fine: la squadra di Sandreani si impone 5-4 ai rigori nello spareggio salvezza giocato contro il Genoa al Franchi di Firenze il 10 giugno, e conquista la permanenza in Serie A. Lalas mette insieme 34 presenze (conteggiando lo spareggio salvezza) e 2 gol in Serie A più 2 presenze e un gol in Coppa Italia è anche votato come 'Calciatore statunitense dell'anno'.
Di tutt’altro tenore sarà invece la stagione 1995/96. Il difensore americano, alle prese con problemi fisici, totalizza appena 11 presenze in campionato, più altre 2 in Coppa Italia, senza lasciare il segno. Il Padova crolla e chiude all'ultimo posto, precipitando in Serie B.
IL RITORNO NEGLI STATI UNITI, L’MLS E I DISCHI
Dopo 2 anni l'avventura italiana di Lalas è di fatto già finita. Il difensore americano saluta l’Italia e il Padova con 49 presenze e 3 gol (45 presenze e 2 gol in Serie A) e torna negli Stati Uniti per giocare nell'MLS con New England Revolution, New York Metrostars, Kansas City Wizards e Los Angeles Galaxy. Lascia la Nazionale nel 1998 prima dei Mondiali francesi, mentre nel 2002 si ritira ufficialmente dal calcio giocato, dopo aver vinto una Coppa degli Stati Uniti, un Campionato nordamericano e una Champions League del Nord America. Musicalmente, invece, produce altri 4 album dopo quello del debutto.
Per alcuni anni fa il dirigente per gli stessi Galaxy, per San José e per New York Red Bulls. Nel maggio 2014 consegue la laurea in Scrittura creativa alla Rutgers University. Attualmente, dopo essere diventato anche soccer analyst, fa il commentatore per Fox Sports, per la quale si occupa principalmente di calcio femminile.
Il suo legame con la città di Padova, gli ex compagni e i tifosi è rimasto molto forte, come dimostra l'accoglienza ricevuta quando nel 2019 ha fatto ritorno in città dopo tanti anni. Oggi il suo look è molto diverso da quello del 1994: Lalas porta i capelli corti e ha tagliato anche la barba.
“Mi fa piacere essere ricordato ancora in Italia dopo 30 anni - ha detto in un’intervista del dicembre 2023 a “Quotidiano sportivo” -, ma sono io che devo ringraziare l’Italia per quello che mi ha dato. Sul piano sportivo quella con il Padova fu un’esperienza fondamentale, perché io non avevo mai giocato in un club prima di allora. La città era meravigliosa, e per me era tutto nuovo, con una lingua da imparare. È stato bello rivedere nel 2019 il presidente Giordani, Franceschetti, Coppola e Longhi, quanti ricordi… La verità è che quando sono tornato dall’Italia non ero soltanto un calciatore migliore: ero un uomo molto più ricco dentro".