Calciomercato.com

  • Allegri critica i tifosi e ha ragione: il bel gioco non paga, cosa deve fare di più?

    Allegri critica i tifosi e ha ragione: il bel gioco non paga, cosa deve fare di più?

    • Emanuele Tramacere
    "Siamo primi in classifica, in semifinale di Coppa Italia (con vantaggio sul Napoli ndr.) e ai quarti di finale di Champions League. Più di così non potevamo fare". Parole e musica di Massimiliano Allegri che, tracciando il rendimento della sua squadra alla vigilia della sfida di ritorno con la formazione partenopea, ha voluto bacchettare i propri tifosi. Sì perchè al netto di un amore mai nato fra le parti, ad Allegri non va giù il clima di negatività che, nonostante i risultati, continua ad avvolgere la Juventus.

    LE CRITICHE DEI TIFOSI - "Quest'alone di negatività che vien sempre fuori - ha aggiunto Allegri -, proprio non lo capisco. Se una volta pareggi non è la fine del mondo. Perché poi sembra che vincere sia la normalità". E ha perfettamente ragione Allegri, a cui i tifosi bianconeri criticano principalmente un gioco sterile, poco effervescente e che su i forum specializzati definiscono "sonnolento". Il problema è che Allegri è perfettamente in linea non solo con i risultati attesi ad inizio stagione, bensì anche con la stessa filosofia del club bianconero. "Vincere è l'unica cosa che conta" è uno dei motti più apprezzati e pubblicizzati allo Juventus Stadium e anche all'interno di Vinovo. 

    IL BEL GIOCO IN ITALIA NON PAGA - Vincere e non divertire, perchè come recita un vecchio motto tanto caro agli sport made in USA: "l'attacco vende i biglietti, ma le difese riempiono le bacheche". Scorrendo l'albo d'oro della Serie A degli ultimi 10 anni, infatti, le ultime squadre che hanno dominato in Italia non brillavano certo per un gioco spumeggiante, bensì per un'incredibile concretezza. Lo era l'Inter di Mourinho, il Milan dello stesso Allegri e la Juventus di Conte prima e ancora di Allegri poi. Ma c'è di più perchè tutte le squadre che hanno puntato al bel gioco, non sono mai andate oltre la vittoria di un titolo "minore". La prima Roma di Spalletti, che oggi reclama a gran voce un trofeo per sè e per il suo rinnovo, ne è l'emblema, ma anche lo stesso Napoli di Benitez prima e ancor più di Maurizio Sarri, sono state e sembrano ancora almeno un passo indietro alla Juventus.

    UN RAPPORTO ROTTO? - Vero, il rapporto fra l'allenatore toscano e la tifoseria è da sempre stato complesso e complicato. Fin dal suo approdo a Torino, dopo l'addio di Antonio Conte, fu accolto fra i fischi degli ultras presenti a Vinovo. I risultati ottenuti fin dal primo anno e i miglioramenti ottenuti in Champions League hanno fatto fino ad oggi da calmante, ma oggi neanche questo basta più. E allora cosa può fare di più Allegri? Di certo c'è che dietro alla decisione di voler dire addio a giugno, comunicata in gran segreto a gennaio a Beppe Marotta, un grosso ruolo lo ha giocato anche questa rottura con i tifosi.

    Altre Notizie