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  • Allegri e Berlusconi: una mano sulla coscienza e l'altra sul portafoglio

    Allegri e Berlusconi: una mano sulla coscienza e l'altra sul portafoglio

    • Gianluca Minchiotti
    Aveva detto Silvio Berlusconi, presidente onorario del Milan, prima dell'incontro chiarificatore di domenica sera con Massimiliano Allegri e con Adriano Galliani: "La soluzione non è difficile da trovare se tutti si mettono nella direzione di mettersi una mano sulla coscienza e scegliere il meglio per il nostro Milan". Detto, fatto: raggiunto il compromesso fra le parti, il tecnico livornese resta sulla panchina rossonera fino al giugno del 2014, quando scadrà il suo contratto. 
     
    Ha funzionato, dunque, il metodo di mettersi una mano sulla coscienza? Forse è servito anche questo elemento, attraverso una moderazione delle rispettive posizioni (soprattutto, per ora, quelle presidenziali), ma è molto più probabile che a portare a questa soluzione siano intervenute altre considerazioni, più 'solide', che hanno a che fare con i bilanci e con il portafoglio della società.
     
    L'alternativa alla conferma di Allegri fino al 2014, per il Milan infatti sarebbe stata solo il suo esonero, vista l'indisponibilità dell'allenatore a rassegnare la proprie dimissioni. E un esonero avrebbe comportato per le casse rossonere una perdita non indifferente, visto l'ingaggio di 2,5 milioni netti a stagione più bonus percepito dal mister livornese. Ricordiamo che il Milan ad aprile ha esultato (giustamente) per aver chiuso il bilancio consolidato al 31 dicembre 2012 con un passivo di 6,8 milioni di euro. E ricordiamo che a gennaio, come scrisse il Sole 24 Ore, la società di via Turati acquistò Mario Balotelli dopo aver siglato un contratto di factoring da 30 milioni con Unicredit, per l'anticipo dei diritti televisivi che saranno di spettanza del Milan per le prossime annate.
     
    Ora è chiaro come in una situazione economica del genere, dopo che il Milan è rientrato dal passivo di 67,3 milioni del 2011 (grazie alle cessioni eccellenti dell'estate scorsa), anche una manciata di milioni possa fare la differenza. Ed è questo il caso del contratto di Allegri. Se poi ci aggiungiamo i soldi spesi per Balotelli e il rischio (anche e soprattutto economico) di affrontare un playoff di Champions League con un allenatore esordiente in panchina (Clarence Seedorf), il quadro diventa ancora più chiaro. Facciamo bingo, infine, se pensiamo che i soldi risparmiati con il mancato esonero di Allegri (aggiunti a quelli, eventuali, dell'ingresso nella fase a gironi di Champions League) potranno essere reinvestiti sul mercato calciatori: non per grossi nomi, si intende, ma almeno per porre la basi per un buon rinforzo per la difesa (Astori?) o per il centrocampo (Poli?).  Operazioni che, con l'esonero di Allegri, forse il Milan non si sarebbe potuto permettere.

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