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  • Allegri e la tecnologia battono la Fiorentina. La Juve sarebbe 2ª, e la classifica sarà riscritta...

    Allegri e la tecnologia battono la Fiorentina. La Juve sarebbe 2ª, e la classifica sarà riscritta...

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Vince la tecnologia, perde la Fiorentina. A Torino decidono la goal line technology (Rabiot di testa, respinta di Terracciano qualche centimetro oltre la linea) e due volte il Var. La prima per annullare, sempre per centimetri, se non meno, il raddoppio di Vlahovic (al di là di Milenkovic) e la seconda per togliere il gol del pareggio ai viola. Sul tiro di Castrovilli (subentrato a Duncan), Ranieri è in posizione di fuorigioco passivo (il cosiddetto fuorigico geografico per il quale anche il Var rimette l’ultima decisione all’arbitro). Purtroppo per lui e per la sua squadra, il fuorigioco diventa attivo nel momento in cui il difensore partecipa all’azione sbilanciando Locatelli. Decisione ineccepibile e, però, un arbitro più attento di Fabbri avrebbe fermato tutto prima della conclusione di Castrovilli. Ranieri, infatti, non partecipa soltanto all’azione, ma commette un fallo evidente trascinando a terra lo juventino.

    Fatto sta che la Juve, dopo il successo di Salerno, conquista altri tre punti preziosi per il morale e una classifica destinata a essere quasi certamente riscritta dopo il processo che riguarda il filone stipendi. La zona Europa adesso dista teoricamente un punto (29 contro i 30 di Torino e Udinese), ma il settimo posto (la Juve è nona) si libererà solo nel caso in cui l’Inter, ormai sicuro della zona Champions, vincesse la Coppa Italia.

    Cosa sperare? Di battere l’Inter in semifinale di Coppa e precludersi questa opportunità in campionato o di credere nella rimonta sulla Lazio, distante dieci punti?

    Il discorso è tutt’altro che ozioso, ma inerisce direttamente l’eventuale altra penalizzazione che grava sulla Juve. In caso di arrivo in zona coppe europee, il danno “afflittivo” sarebbe la perdita del diritto a parteciparvi, ipotesi meno dura e meno grave di una retrocessione in serie B.

    Dall’altra parte non va nemmeno trascurata un’ipotesi, al momento remota, che però, tra meno di un mese, avrà il suo pronunciamento. Ovvero che il Collegio di garanzia del Coni annulli la sentenza di 15 punti di penalizzazione. Ripeto: non credo che accada (serve un vizio di forma), ma è giusto ribadire che, sul campo, la Juve attuale avrebbe 44 punti, uno in più dell’Inter (seconda) che giocherà a Genova contro l’ormai spacciata Sampdoria.

    I punti effettivi testimoniano anche del buon lavoro di Allegri che, con la Fiorentina, ha pure azzardato il tridente offensivo (Di Maria, Vlahovic, Chiesa), sorretto da un centrocampo a quattro (De Sciglio, Locatelli, Rabiot, Kostic). E, considerate anche le caratteristiche dell’esterno serbo, si è trattato di un autentico atto di coraggio. Anche perché, dall’altra parte, c’era la Fiorentina di Italiano, coraggioso di natura, che ha risposto con un 4-2-3-1, pur rinunciando a Jovic e Cabral, entrambi più attaccanti di Kouamé.

    Sulle peculiarità della Fiorentina parlano, oltre che i giudizi di una critica qualificata, anche i numeri. Seconda squadra, dietro solo al capolista Napoli, per numero di tiri in porta, la formazione di Italiano, nel primo termpo contro la Juventus, ha prevalso nel possesso palla, nei cross e nei calci d’angoli. Non, però, nelle occasioni.

    Infatti mentre la Juve ha sfiorato il vantaggio due volte con Kostic (assist di Di Maria e di Chiesa), l’ha ottenuto con Rabiot (assist di Di Maria dopo significativa iniziativa di De Sciglio), i viola hanno tirato per la prima volta in porta dopo quasi mezz’ora (27’ Duncan) e hanno avvicinato il pareggio due minuti dopo l’1-0 della Juve. Sul tiro al volo di Ikoné, provvidenziale è stato il salvataggio, da terra, di Locatelli. Anche nella ripresa il tema non è cambiato. La Fiorentina ha fatto la gara e la Juve ha agito di rimessa o sugli errori in disimpegno (occasionissima per Kean, sostituto di Vlahovic, respinta da Terracciano).

    Finito l’esperimento del tridente, Allegri con i cambi ha allestito una squadra più conservativa (fuori Vlahovic, Di Maria e Chiesa, dentro Kean, Fagioli, Paredes) che però ha lasciato campo alla Fiorentina. Il torto dei viola è stato quello di chiudere l’azione con cross prevedibili sui quali hanno svettato sempre i difensori avversari.

    Il pari non sarebbe stato uno scandalo, ma non lo è neppure l’annullamento del gol di Castrovilli. Anzi, l’arbitro, oltre al fallo di Ranieri su Locatelli, non ha punito, a metà ripresa, neppure Bonaventura che meritava il secondo giallo per un fallo su Rabiot. Sarebbe stata, forse, un’altra partita. Ma l’esito non poteva cambiare.

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