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  • Allenatori:| Serie A made in Italy

    Allenatori:| Serie A made in Italy

    E' tornato di moda l’allenatore "made in Italy” - ricorda Giulio Mola su La Nazione -. Quello che vince nel Belpaese (Allegri e Conte), quello che s’impone (e trionfa come Di Matteo, Mancini e Spalletti) all’estero, quello corteggiato (e strapagato come Lippi e Zaccheroni) dai nuovi ricchi del pallone o che conquista storici traguardi (Trapattoni). Quanto sembrano lontani i tempi in cui si parlava solo di guru stranieri come Mourinho, Benitez, Mihajlovic e Luis Enrique. La serie A, il prossimo anno, almeno in panchina, dovrebbe parlare solo italiano. Con l’unica eccezione del boemo Zeman che in un modo (col Pescara neopromosso) o nell’altro (tentazione Fiorentina) dovrebbe tornare nel torneo che già lo ha visto protagonista con Foggia, Napoli, Roma e Lazio. Gli altri nomi sono evaporati più o meno velocemente. Guardiola è stato un proibitissimo e costosissimo sogno, Van Basten, Villas Boas, Blanc e Bielsa delle tentazioni.

    Si ripartirà, dunque, dai mister "nostrani”, anche se qualche tassello del puzzle va completato. Intanto le conferme sicure: Allegri (Milan) e Colantuono (Atalanta), Pioli (Bologna) e Di Carlo (Chievo), Donadoni (Parma) e Ventura (col Torino appena tornato in A). Anche Guidolin, velocemente guarito dal mal di stress, resterà alla guida dell’Udinese così come Conte al timone della Juventus (a meno di squalifiche dopo la denuncia di Carobbio nell’inchiesta sul calcioscommesse).

    Poi ci sono gli incerti: Ficcadenti a Cagliari non ha fatto male, ma è tentato dal Catania (che però sogna Delio Rossi). E se dovesse andar via potrebbe essere sostituito da un altro giovane emergente (si parla di Torrente). È in bilico anche De Canio: in realtà il rinnovo col Genoa è scattato automatico dopo la salvezza, ma negli ultimi giorni è spuntato il nome di Del Neri. Preziosi ci sta riflettendo e avendo già a libro paga Marino e Malesani, difficile che possa venirgli in mente di "licenziare" l’allenatore materano che ha contribuito alla permanenza in A.

    Infine le novità: dopo le dimissioni di Luis Enrique a Roma (sponda giallorossa) gli americani si sono improvvisamente innamorati di Montella. Dopo un anno di ritardo si sono accorti che "l’aeroplanino” può essere l’uomo giusto per il progetto giallorosso. Così come Zola sembra essere il nome più adatto per la Lazio del dopo Reja. In realtà Lotito vorrebbe riportare nella Capitale il fresco vincitore della Champions, Di Matteo (piace anche alla Fiorentina), ma l’ex fantasista del Cagliari al momento è il candidato numero uno per la panchina biancoceleste. Un nuovo allenatore anche per Zamparini che, salutato Mutti, dovrebbe affidare il suo Palermo a Sannino (era stato corteggiato anche Gasperini). Infine il Siena: situazione delicata, si parla addirittura di cambio di proprietà. E poi c’è l’inchiesta sul calcioscommesse come spada di Damocle sulla testa dei toscani. Più che progetti per ora ci sono idee: e da questo punto di vista si fanno i nomi dei giovani e bravi Dionigi (già del Taranto) e Mangia. Senza dimenticare Beretta.


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