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  • Alta tensione per l'addio a 'Diabolik': il Tar dice no, la famiglia diserterà il funerale

    Alta tensione per l'addio a 'Diabolik': il Tar dice no, la famiglia diserterà il funerale

    Il funerale imposto per "Diabolik" non lo accettano. La cerimonia strettamente privata alle 6 del mattino per Fabrizio Piscitelli, 53 anni, capo ultrà della Lazio sarà disertata dalla famiglia. Il Questore Carmine Esposito ha firmato l'ordinanza che vieta la cerimonia pubblica per motivi di ordine pubblico. A Roma è ancora forte il ricordo delle esequie-show del boss Vittorio Casamonica, con Rolls Royce, elicottero annesso e musica del "Il Padrino". A Roma erano attese e annunciate delegazioni di tifosi da tutta Europa, la Questura ha stoppato tutto. Ma la famiglia non ci sta.

    RESPINTO IL RICORSO AL TAR - La sorella di Piscitelli, Angela, in una diffida inviata ieri via pec, ha espresso la posizione della famiglia: "Noi tutti le comunichiamo che non intendiamo essere presenti alla non meglio definibile procedura amministrativa da Lei predisposta martedì 13 agosto alle ore 6 che dovrebbe sostituire il funerale cristiano del nostro amato congiunto e nel contempo, qualora Ella non ritenga la possibilità di una auspicabile riflessione in merito, circostanza di cui le saremmo eternamente grati, La diffidiamo in ogni caso dal voler procedere comunque". Il messaggio è chiaro: la famiglia non accetta la forma di "addio" imposta dalla Questura, "la non meglio definibile procedura amministrativa" non rientra nei desiderata delle persone più vicine a "Diabolik". Gli stessi Irriducibili, il gruppo portante della Curva Nord fondato e guidato per oltre 30 anni dal Piscitelli, fuori dalla loro sede, a Via Amulio, a pochi passi dalla chiesa dove avrebbero voluto celebrare il funerale - Santa Maria Ausiliatrice - hanno appeso uno striscione eloquente: "La morte è uguale per tutti... il funerale anche! Salutare Fabrizio è un nostro diritto". Il Tar, a cui la famiglia si era rivolta sabato, ha respinto il ricorso contro l'ordinanza del Questore «per motivi di ordine e sicurezza». La moglie di "Diabolik", Rita, ha chiesto agli ultras di disertare la cerimonia delle 6 di domani mattina, che dovrebbe svolgersi al cimitero di Prima Porta. Tensione alle stelle: in queste ore la Questura può scegliere la linea morbida o proseguire con il pugno di ferro.
    SCENARI E MONDO ULTRAS - Aprendo al dialogo con la famiglia, che ha anche scritto a Papa Bergoglio per ottenere un "funerale degno", il Questore potrebbe chiedere, concedendo una cerimonia pubblica, alcune limitazioni importanti. Niente corteo in strada, niente camera ardente a Via Amulio, dove, dopo un derby nel 2017, venne picchiato un poliziotto e i tifosi con Daspo spesso seguono le partite. Oppure Esposito potrebbe scegliere la linea dura: a quel punto farebbe celebrare i funerali privati d'imperio, contro il volere della famiglia, procedendo addirittura alla cremazione senza di loro. Perfino i gruppi organizzati della Roma, rivale storica della squadra biancoceleste, hanno espresso tutta la loro vicinanza dopo l'esecuzione di "Diabolik". Fuori dallo stadio Olimpico, prima dell'amichevole Roma-Real Madrid, uno striscione dei "Fedayn", storico gruppo della Curva Sud giallorossa, recitava, parafrasando l'inno della Lazio: "Nel cielo biancazzurro brilla un'altra stella. Ciao Fabrì". Il rischio di accendere una miccia pericolosa, a pochi giorni dall'inizio della Serie A, esiste: la linea dura del Questore potrebbe essere interpretata come una specie di dichiarazione di guerra agli ultras di tutta Italia, a pochi giorni dall'inizio del campionato di Serie A. 

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