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  • Altro che Arnault, al Milan solo borse cinesi taroccate. Ibrahimovic e Donnarumma le uniche speranze

    Altro che Arnault, al Milan solo borse cinesi taroccate. Ibrahimovic e Donnarumma le uniche speranze

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Dopo i 5 kg di carbone bergamasco, i tifosi del Milan delusi e incazzati trovano sotto l’albero Zlatan Ibrahimovic. Non si tratta della classica sorpresa di Babbo Natale, ma di un’operazione già super annunciata, per la quale non nutrivamo il minimo dubbio. Dopo i ritorni dei vari Gullit, Shevchenko e Kakà, adesso è la volta dello svedese. “Certi amori non finiscono…” cantava qualche anno fa Galliani.

    La cosa incredibile è come non finisca nemmeno l’amore dei tifosi nonostante le continue prese in giro di proprietari e dirigenti degli ultimi anni. Come ho già avuto modo di ripetere più volte però, il ritorno di Ibra ha un valore totalmente diverso rispetto alle citate “operazioni nostalgia”. La differenza fondamentale è il valore della rosa, dello spogliatoio e dell’ambiente in generale.

    In questo Milan che si fa umiliare a Bergamo e poi festeggia in discoteca, in questo Milan che scende in campo con lo smartphone e in questo Milan che ha smarrito definitivamente attaccamento alla maglia e cultura del lavoro, Ibra può essere l’unico in grado di provare a raddrizzare la baracca. Di solito è un’operazione che deve fare la proprietà, i dirigenti o al limite l’allenatore. Ma qui nessuna delle componenti sembra in grado di farlo e allora tanto vale provare ad affidarsi a un giocatore carismatico, trascinatore, che pensa di essere onnipotente. Ibra è sicuramente questo.

    La storia del calcio insegna che non basta certo un giocatore a risollevare da solo le sorti di una squadra e di una società malmessa come quella rossonera. Ma sicuramente Ibra ci proverà. E sicuramente Ibra sarà un motivo in più per andare allo stadio a vedere il Milan in questo girone di ritorno senza obiettivi reali di classifica. Se non altro ce ne sarà uno in più in grado di difendere davvero la nostra maglia e di incazzarsi se perdiamo.

    A questo proposito ci tengo a sottolineare ancora una volta uno dei pochissimi veri leader di questa squadra, uno che ci tiene davvero, uno che due anni fa era stato attaccato dai tifosi e dai dirigenti dell’epoca come un “traditore”. Non ci avevano capito nulla. L’immagine che ho nel cuore del Natale di 3 anni fa è quella di Gigio Donnarumma che, ancora minorenne, alza al cielo di Doha la Supercoppa strappata alla Juve con le sue parate. L’immagine che ho nel cuore di questo Natale sono le lacrime di Gigio mentre esce dal campo di Bergamo. Quelle sono vere lacrime da Milan.

    Su quelle lacrime e su poche altre cose si possono fondare le speranze e i sogni di noi tifosi. Sicuramente non sull’ennesima trattativa bufala che viene data in pasto ai media ai tifosi. Altro che Arnault e Louis Vuitton, finora abbiamo visto solo le “borse” cinesi taroccate.

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