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  • AMARCORD: Brian Laudrup e quella partita da vincere a tutti i costi
AMARCORD: Brian Laudrup e quella partita da vincere a tutti i costi

AMARCORD: Brian Laudrup e quella partita da vincere a tutti i costi

  • A.P

“Ho il cancro ma vincerò questa battaglia”. Con queste parole Brian Laudrup lo scorso settembre ha scosso il mondo del calcio. L'ex calciatore danese ha annunciato di essere malato di una lieve forma di tumore linfatico. Pur scioccato dalla diagnosi, Laudrup non ha mai abbandonato la speranza anche perché la malattia è stata scoperta in una fase iniziale.

Brian, 42 anni, è il fratello minore di Michael, attuale tecnico del Maiorca ed ex giocatore di Lazio, Juve, Real Madrid e Barcellona. Una carriera vissuta all'ombra del più blasonato fratello.

Giocatore molto tecnico ma senza nerbo. Difetto che in un certo senso lo accomuna a Michael  definito dall'Avvocato Agnelli “Il miglior calciatore al mondo in allenamento”.
In Italia Brian ha vestito le maglie di Fiorentina e Milan. I viola lo prelevano dal Bayern Monaco sull'onda emotiva dell'Europeo conquistato a sorpresa dalla Danimarca nel '92. A Firenze Laudrup junior non fa sfracelli e l'anno successivo viene acquistato dal Milan di Savicevic, Boban, Papin e Desailly. In rossonero non va meglio: Brian gioca per nove volte e segna solo un gol. L'anno dopo sbarca in in Scozia dove veste per quattro anni la maglia dei Glasgow Rangers. L'ultima stagione gioca insieme ad un giovanissimo Rino Gattuso. "Quando Gattuso arrivò in Scozia non parlava inglese e sapeva solo lamentarsi in italiano - ha raccontato Laudrup tempo fa al Sun-, era un ragazzo molto nervoso e in allenamento o in partita sembrava un diavolo della Tasmania. Allora ci pensava Gascoigne a farlo stare più tranquillo. Ogni tanto era solito dargli qualche schiaffone”.  
Nel 98' va al Chelsea sotto la guida di Gianluca Vialli, per poi tornare in patria con il Copenaghen. L'ultimo anno di carriera lo trascorre all'Ajax.

Oggi, a distanza di qualche mese, l'ex Fiorentina e Milan può finalmente dire di aver vinto la sua partita più difficile. La malattia sembra ormai un brutto ricordo. Ma Brian non ha mai mollato. Anche durante la terapia ha continuato a lavorare da commentatore per  l'emittente svedese TV3 ed ora progetta di aprire una scuola calcio in Danimarca. In bocca al lupo Brian!
 


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