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  • Amoruso a CM: 'No a Inter e Milan per la Juve, rifiutai la Champions per amore di mia figlia. Quella Reggina...'

    Amoruso a CM: 'No a Inter e Milan per la Juve, rifiutai la Champions per amore di mia figlia. Quella Reggina...'

    • Angelo Taglieri

    Una carriera mossa dal cuore. E quando è il cuore a muoverti, rimpianti non ne hai. Certo, la sfortuna ti ha tolto qualcosa nel momento più bello, ma quello non è rimpianto, è destino. Dopo le prime presenze in A vuoi riavvicinarti a casa rifiutando offerte più affascinanti; ti vogliono tutte le big e tu scegli la Juve perché sei juventino dentro; la Champions ti chiama ma nasce tua figlia e quindi decidi di stare il più possibile vicino a lei: nei bivi della carriera, quando lo snodo è poco trafficato e in discesa, Nicola Amoruso ha scelto sempre la via per la felicità. E oggi, di quella lunga strada che ha percorso con un pallone al piede, ne ha parlato a Calciomercato.com. Da casa, ovviamente: "Come tutti, è per forza così. Speriamo di uscire presto da questo incubo e da questa situazione surreale che stiamo vivendo". 


    E il calcio, ne uscirà?
    "Il calcio riprenderà, più che altro per una questione economica. C'è bisogno che ritorni un po' tutto. Che riaprano i negozi, che riaprano tutte le attività, altrimenti diventa davvero per tutti. E il calcio è il traino della nostra economica, ha un valore di 4,5 miliardi di euro, insomma... conta qualcosa. E c'è bisogno che riparta. Sarà un calcio brillante, diverso, 'rivisitato', con una preparazione più blanda, tante partite, ritmo più basso. Però bisognerà riniziare"

    Senza calcio e senza partite, per forza di cose ci si aggrappa ai ricordi, al passato. E negli anni '90 lei faceva il suo debutto in Serie A, a San Siro, contro l'Inter, con la maglia della Samp. Cosa si prova?
    "Facevo parte di una squadra fortissima, sono cresciuto alla Samp, 5 anni di settore giovanile, sono entrato a San Siro sostituendo Gullit. Anche se la partita non stava andando bene, ho provato un'emozione unica, indimenticabile. E infatti ogni volta che passo davanti a San Siro, e mi capita spesso, sono due le cose che mi vengono in mente"

    Il debutto e...?
    "L'infortunio. Anche il 6-1 col Milan eh, ma penso di più all'esordio e all'infortunio, che mi ha tenuto lontano dai campi per tanto tempo. Un infortunio che fatichi a mandare giù, stavo per essere convocato in Nazionale, ma è andata così. Da lì ho dovuto riniziare tutto"

    Dopo il debutto in A con la Samp, due anni importanti, in provincia: prima la Fidelis Andria, 15 gol, poi il Padova, 14. Quanto l'anno aiutata?
    "Dopo 8 presenze e 3 gol con la Samp, avevo tante richieste. E scelsi io di andare ad Andria nonostante l'offerta del Verona, che era una squadra più forte, costruita per andare in A. Ma io volli fortemente andare ad Andria, per stare vicino ai miei dopo 5 anni lontano da casa. E fu una bellissima stagione, con un ottimo piazzamento. Poi passai a Padova, dove segnai tanto da subito, e a gennaio mi cercarono Juve, Inter e Milan. E scelsi la Juve"

    Perché proprio la Juve? 
    "Semplicemente perché ero juventino, tutta la famiglia era juventina, è stata una scelta molto facile. Al cuore non si comanda" .

    E cosa si porta dentro della Juve?
    "Mi porto dentro tutto. Arrivi giovane, in un mondo in cui sono avanti 10 anni, la Juve è sempre avanti 10 anni. Grandi campioni, un calcio stellare, fatto di tradizione, storia, una mentalità vincente. Sei lì per vincere e hai tutto per vincere. Iuliano, Vieri... eravamo un gruppo giovanissimo". 

    Quando un giovane viene cercato dalle big, cosa prova?
    "Provi incredulità. Perché le cose cambiano in fretta: esordio in Serie A, poi la B, poi mezza stagione in A, ti chiama la Juve, tu sei juventino, firmi per 4 anni, diciamo che la soddisfazione è enorme"

    Facciamo un passo indietro e parliamo di Azzuro. Lei fece parte di una delle più grandi Under 21 di sempre, quella del '96, con Totti, Nesta, Panucci, Cannavaro, Morfeo...
    "Una nazionale fortissima, contro una Spagna molto forte. Fui anche scambiato per Nesta per un fallo a metà campo e mi diedero il rosso in finale, purtroppo. Fortunatamente andò bene, con una vittoria ai rigori e fu una gioia molto grande"

    Altri due anni, importanti, nella sua carriera. Iniziamo da Messina, dove lei arrivò da svincolato. 
    "Arrivammo settimini, non feci male ma ebbi problemi di pubalgia. Il Messina mi propose un suo contratto, che però non accettai e andai in Portogallo. Stavo firmando per il Braga ma arrivò la chiamata di Foti e a Reggio Calabria, e lì fu una seconda giovinezza"

    Quella Reggina se la ricordano tutti con grande piacere. Specialmente l'anno post calciopoli, con la penalizzazione e una campionato straordinario. Che cosa si era creato? Qual era il segreto?
    "Era una squadra fortissima e bellissima, che giocava a memoria. Un'alchimia di quelle che è difficile, durante la carriera, trovare. Non sempre c'è sintonia, invece noi ci trovammo sulla stessa lunghezza d'onda. All'inizio eravamo un po' sconfortati, ma piano piano costruimmo la mentalità e una fiducia in noi stessi che ci portò a fare un miracolo incredibile" 

    E con Rolando Bianchi formò una coppia speciale. 
    "Siamo amici, ci sentiamo ancora. Siamo nel cuore dei tifosi. Abbiamo fatto 35 gol in 2, con una squadra che davano già per retrocesse. E' un ricordo unico. E lui un amico speciale"

    C'è un flash di quell'annata che si porta dietro?
    "Sono tanti i momenti, il più bello è sicuramente la festa in città dopo la vittoria col Milan. Un mare di gente che riempiva la strada, una città che ci adottava. Quel bagno di folla e di emozioni me le porto dentro"

    C'è stata qualche altra possibilità di andare all'estero?
    "C'è stata e forse è un po' un rimpianto. Dopo la Reggina potevo andare allo Shakhtar Donetsj, mi chiamò Lucescu, un'offerta economica molto, molto importante, la possibilità di fare la Champions, però nacque mia figlia. Ma rifiutai per la famiglia. C'era mia figlia che appena nata". 

    Una scelta di cuore, quindi. Come ai tempi della Juve.
    "Eh sì, in quelle occasioni vince il cuore"


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