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  • Ancelotti: 'Rangnick? Al Milan devono spaventare allenatori scarsi, non stranieri. Non mi sorprende che Ibra...'

    Ancelotti: 'Rangnick? Al Milan devono spaventare allenatori scarsi, non stranieri. Non mi sorprende che Ibra...'

    Carlo Ancelotti dice tutto, sul Milan e non solo. L’ex giocatore e allenatore dei rossoneri è intervenuto in una lunga diretta sul canale Instagram di Carlo Pellegatti e in primis ha ricordato la semifinale contro il Manchester United di tredici anni fa: “E’ stato molto importante il gol che abbiamo preso all'andata all'ultimo minuto. Siamo passati al 3-2 e questo ci ha portato per forza a giocare una gara d'attacco, più spregiudicata. C'era molta tensione, non era stata una stagione brillantissima, la Champions era un obiettivo molto importante. Era stata una stagione travagliata partita dai preliminari senza preparazione. Cercavamo di raddoppiare Ronaldo il più possibile, Gattuso lo ha fatto molto bene. C'è stata una serie di circostanze favorevoli, clima giusto, gol al tempo giusto, per questo è stata una partita perfetta".

    2007 - “La squadra del 2007 era di inferiore a livello tecnico di quella del 2005, che rimane la squadra più forte e con la finale meglio giocata. Quella del 2005 era più forte anche di quella del 2003. Nel 2007 avevamo una motivazione straordinaria, in Champions è stata la cavalcata della motivazione più che della qualità".

    ISTANBUL - "Quella partita l'ho rivista dopo dieci anni, giocammo molto bene anche i tempi supplementari. Carragher mi disse che non ce la facevano più e volevano arrivare ai rigori".

    SCUDETTO 2004 - "Non ho vinto tanti campionati, quello è stato il campionato della regolarità. Siamo andati a Roma e a Torino e abbiamo vinto, è stato un campionato regolare. L'unico momento di difficoltà è stato dopo l'eliminazione con il Deportivo e con la sconfitta contro l'Udinese dopo la sconfitta in Intercontinentale".

    BAGGIO - "Ho tanti ricordi di Roberto, siamo stati compagni in Nazionale, sono stato il suo vice allenatore con Sacchi. Continua ad essere un ragazzo modesto ed umile, alla stessa maniera di quando giocava".

    DERBY IN CHAMPIONS NEL 2003 - "Ho dei ricordi vaghi, una pressione fortissima soprattutto sui due allenatori. Un giorno ero esonerato io, un giorno Cuper, non so quanto ci giocavamo. Il ricordo molto chiaro sono gli ultimi 8 interminabili minuti, poi la liberazione al fischio finale".

    PASSATO DA CALCIATORE - “Non sono mai stato un giocatore veloce. Gli infortuni hanno aumentato le mie capacità tecniche. A Roma l'aspetto fisico era predominante, al Milan più quello tattico. Il fatto di giocare in una squadra organizzata come quella di Sacchi mi ha aiutato. La gara di addio col Verona? Non ho mai fatto due gol in una partita e li ho fatto proprio nella partita d'addio, gli dei del calcio erano con me".

    LIEDHOLM - “Trovarlo a vent'anni era la cosa migliore per un giovane, era molto attento alla crescita tecnica e psicologica. Il fatto che sono arrivato in Serie A con lui è stato un grande vantaggio per me".

    NESTA - "E' stato uno sforzo enorme che ha fatto la società quell'anno. Ho spinto molto per averlo e alla fine il presidente ha fatto questo sacrificio. Era il tassello che mancavo. E' un ragazzo molto modesto e umile, gli piace poco la scena, è un grande professionista. Un po' pigro, ma con qualità fisiche straordinarie".

    BARESI - "E' stato il capitano per eccellenza, per impegno, volontà e serietà. Anche capitano della chiacchiera, parlava tanto".

    MALDINI - “Da un punto di vista fisico più potente di Franco, ma due giocatori unici. Maldini si è adattato nel ruolo di difensore centrale, sono stati due giocatori inimitabili".

    GATTUSO - “Era diventato indispensabile. Era più facile sostituire i trequartisti rispetto a lui. Il lavoro e l'impegno aiutano a migliorarsi, poi per arrivare a certi livelli c'è la genetica, lui è stato dotato di qualità genetiche caratteriali. L'impegno e la determinazione li devi avere dentro quando nasci".

    SHEVCHENKO - "Ha fatto tanto per il Milan, ha fatto tantissimo. E' stato un grandissimo attaccante. Ad un certo punto della carriera ha pensato di provare strade alternative".

    SEEDORF - "Una personalità fortissima, nelle partite sulla carta facili era un pericolo, ma non gli ho mai visto sbagliare una partita importante".

    BECKHAM - “David aveva voglia di venire al Milan, è stato un acquisto azzeccato, anche se il momento non era splendido per il Milan, è stato un giocatore importante".

    IBRAHIMOVIC - “Non mi sorprendo che giochi ancora, non so per quanto tempo giocherà. A livello caratteriale mi è piaciuto molto, è molto molto altruista. Era molto attento alle vicende della squadra, questo per un allenatore è stato molto importante".

    RANGNICK - "Ci siamo incontrati quando ero in Germania. Non lo conosco, da quello che leggo era innamorato del Milan di Sacchi, ma la metodologia non la conosco. Al Milan devono spaventare gli allenatori scarsi, non quelli stranieri".

    EVERTON - "Mi trovo molto bene, la situazione è un po' complicata, speriamo di poter iniziare a fare qualcosa".

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