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  • Anche senza gli effetti speciali, sarà ancora e sempre Natale

    Anche senza gli effetti speciali, sarà ancora e sempre Natale

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Città deserte dopo le ore ventidue. Luminarie accese sul nulla. Al massimo, in strada qualche gatto randagio che non fa rumore. Anche Gesù dovrà venire al mondo con qualche ora di anticipo perché possa venir rispettato il coprifuoco. Le uniche luci arriveranno dalle finestre dei salotti dove, sotto l’albero, di staranno comunque pacchi e pacchettini pronti per essere scartati dai bimbi. E’ la notte un poco violentata che ci porta, sul finire, questo anno tutto da archiviare sotto la voce il peggio che possa accadere. Però sarà comunque Natale. Lo sarà sempre.

    Certamente si tratterà di un trauma non indifferente per gli abitanti di un mondo i quali, vittime seriali della frenesia laica o addirittura pagana, avevano con il tempo scordato il senso autentico e i valori profondi della festa più suggestiva e coinvolgente dell’anno. Probabilmente, almeno c’è da augurarselo, questo Natale spogliato del superfluo e dell’esteriorità burina porterà tutti quanti a riflettere sulle autentiche necessità e poi ad agire di conseguenza in un futuro che verosimilmente impone l’obbligo di almeno una domanda. Questa: e dopo che cosa accadrà?

    La risposta potrebbe tranquillamente arrivare, nel corso delle cene conviviali tra parenti stetti, dalla voce dei nostri nonni o comunque da quegli anziani i quali, loro malgrado, ebbero la disavventura di vivere momenti blindati simili a questo perché da bambini o da ragazzi furono costretti a trascorrere in casa, piuttosto che nelle cantine o nei rifugi o da sfollati il Natale al tempo della guerra. Piovevano bombe. Squadracce infestavano le strade con le loro ronde. Farina, zucchero e olio di oliva rappresentavano un tesoretto. Il caffè, cioè il surrogato, aveva il sapore degli escrementi di mucca. Dalle finestre, oscurate con i fogli di giornale, filtrava una luce cimiteriale. Nonostante ciò nessuno dei nonni di oggi racconterà mai di essere stato, in qualche modo, privato della notte magica. Anche allora la domanda era sempre la stessa: che cosa ci riserverà il domani?

    E anche a questo interrogativo potranno rispondere gli stessi vecchi che hanno raccontato le loro tribolazioni e i loro lutti. Basteranno poche parole a sostegno dell’esempio che nel corso della loro vita dal dopoguerra in poi, hanno saputo dare seguendo la necessità di un unico progetto. Quello della rinascita e della vittoria della luce sul buio. Un traguardo raggiunto grazie alla buona volontà, al ritrovato spirito di solidarietà e di partecipazione, al dovere di tirarsi su le maniche e nel contempo di pretendere che i governanti facessero la stessa cosa, al desiderio forte di giustizia giusta e di verità vera, alla capacità di saper scegliere tra le cose che meritano sul serio e le patacche spacciate per oro, al rispetto, alla gentilezza, all’educazione, all’azione pensando “noi” e non “io”. Così facendo arriverà il ”dopo”. E poi sarà un’altra volta Natale, con Gesù che tornerà a nascere a mezzanotte.

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